D1 Television, redazione a rischio chiusura «Manca una legge regionale per l’editoria»

«Il 30 giugno 2013 la nostra emittente televisiva chiuderà la redazione giornalistica. Le luci si spegneranno sull’informazione e per giornalisti e tecnici – 12 unità complessive – sono già scattati i licenziamenti». Sono le parole poco confortanti che aprono un servizio trasmesso il 24 giugno dal tg D News, in onda su D1 Television e D2 Channel , tv catanesi del network di proprietà del Gruppo editoriale Di Fazio – che proprio quest’anno ha festeggiato i 30 anni di attività – e che e oggi si trova ad un passo dal dover dichiarare lo stop alle trasmissioni del suo telegiornale. Le motivazioni sono da ricercare nella crisi profonda in cui versa il settore dell’editoria locale, che colpisce in particolar modo la piccole emittenti radiotelevisive, che sempre più spesso si trovano costrette alla chiusura.

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Una situazione di crisi generale che in Sicilia è acuita dall’assenza di una normativa regionale a sostegno dell’editoria e dell’informazione locale. Infatti, a differenza che in altre regione d’Italia, dove esistono già decreti a supporto delle realtà private territoriali, alle emittenti siciliane «manca una legge quadro, oltre a non aver recepito il bando europeo per il digitale terrestre», spiega Francesco Di Fazio, direttore della redazione giornalistica di D1 Television. Un bando che prevede l’accesso a fondi stanziati e destinati all’emittenza televisiva, ma che non sono ancora arrivati sull’isola. E su cui, interpellato più volte proprio dai giornalisti del tg D News, il 10 giugno scorso il presidente della Regione Rosario Crocetta aveva avanzato qualche rassicurazione. «Sto pensando ad un disegno di legge per difendere l’editoria siciliana, ma ci dovete dare il tempo necessario», dice nel corso del servizio tv trasmesso il 24 giugno.

Ma la mancanza di un supporto da parte della regione è solo uno dei problemi che minaccia la redazione di D1 Television, costretta a vedersela con tutte le conseguenze delle crisi del settore, tra «mancati pagamenti e calo degli investimenti pubblicitari», spiega Di Fazio, ma sopratutto con «la mancanza di progettualità da parte degli enti in rapporto con i mezzi di comunicazione, che sono tagliati fuori da collaborazioni per grandi eventi o altro e sono invece ricercatissimi per fare i servizi al telegionale o durante la campagna elettorale», afferma.

Diverse difficoltà quindi che, amplificate dalla crisi generale, hanno portato la redazione giornalistica dell’emittente ad un passo dalla chiusura, «annunciata anche per dare un segnale», sottolinea il direttore. Insieme ad un messaggio lanciato nei giorni scorsi dai giornalisti e dallo staff del tg alla politica. «Noi abbiamo lottato con tutte le nostre forze – affermano nel corso del servizio in cui informano della situazione – abbiamo urlato, abbiamo chiesto aiuto, abbiamo cercato di farci ascoltare. Ma alla fine nessuno, nonostante proclami e false promesse, ci ha aiutato e così 30 anni della nostra storia verranno buttati nel cestino». Anche se lo stop alle trasmissioni, previsto per il 30 giugno, al momento non è ancora del tutto confermato. «In questi giorni si sta muovendo qualcosa – spiega Di Fazio – stiamo ricevendo dei segnali di apertura anche da parte di realtà imprenditoriali che potrebbero dare nuova linfa la progetto. Non abbiamo ancora notizie certe – continua – ma stiamo valutando tutte le ipotesi, dal blocco completo al ridimensionamento. Potrebbe presentarsi qualche possibilità – anticipa – ma ancora non siamo in grado di dire di più. Stiamo a vedere».

[Foto di rickremington]


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Il network catanese del gruppo Di Fazio ha annunciato il pericolo di stop alle trasmissioni del telegiornale a partire dal 30 giugno. A costringere la redazione giornalistica a chiudere i battenti - e a licenziare 12 unità tra tecnici e giornalisti - gli effetti della crisi che affligge il settore dell'editoria, aggravata dall'assenza, in Sicilia, di una normativa a sostegno dell'informazione locale e del mancato recepimento del bando per le emittenze televisive

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