LINGUE / Le leggende sull'origine delle lingue da un'unica lingua iniziale sono sorprendentemente simili
Curiosità dalla rete
Le leggende sull’origine delle lingue da un’unica lingua iniziale sono sorprendentemente simili in diverse parti del mondo, diverse epoche e culture.
Varianti della storia di Babele dell’antico testamento si ritrovano nella mitologia Hindu, tra gli indiani d’America e tra gli aborigeni del Centroamerica, oltre che tra le tribù dell’alto Rio delle amazzoni, dove la leggenda di fonde con un’altra simile alla storia del peccato originale.
Fonte: http://www.planetservices.it/comincio.htm
Secondo uno studio del neuroscienziato italiano Andrea Mechelli, presso la University College di Londra, il bilinguismo aiuta il cervello ad aumentare la sua massa. Pare che l’emisfero sinistro sia più voluminoso nei bilingue rispetto ai monolingue.
Nella sola città di Londra esistono più di 200 tra lingue e dialetti correntemente parlati.
Nella lingua finlandese esistono ben 15 casi in base ai quali si declinano i sostantivi, gli aggettivi, i numerali e le parti nominali del discorso.
Il berbero, antica lingua camitica imparentata con l’arabo e l’egiziano, deriva il suo nome dalla definizione che di questa lingua incomprensibile diedero gli Arabi. Non capendo chi parlava il berbero, dicevano che balbettavano. In arabo balbettare si dice “barbar”.
L’alfabeto dell’amarico, lingua ufficiale dell’Etiopia, è costituito da più di 260 segni sillabici.
In lingua coreana, il verbo “mangiare” viene utilizzato nei più disparati contesti per indicare l’azione che si svolge. Sebbene esista una precisa differenza tra i verbi “bere” e “mangiare”, ad esempio, spesso i coreani preferiscono dire “mangiare vino”, “mangiare acqua”.
Quando si soffre il caldo si usa dire “mangio il caldo”, quando si sta invecchiando si dice “mangio l’età”, quando si viene rimproverati si dice “ho mangiato rimproveri”, per far sapere che si riceve lo stipendio si dice “mangiare lo stipendio”, essere sordi si trasforma in “mangiare le orecchie”, e si dice perfino “mangiare una nazione”, col significato di “invadere un paese”.
Una possibile spiegazione deriva dal fatto che l’estrema povertà del paese comportasse una quotidiana urgenza del problema del cibo. Questo avrebbe determinato la straordinaria presenza di questo termine nella lingua quotidiana.
Se la lingua è specchio della storia di un popolo, nessun’altra lingua come il siciliano può dirsi ricca. Alcune curiosità:
-oggellànnu (l’anno scorso) deriva dal latino hodie est annus;
-racìna (uva) dal normanno raisin;
-saìmi (grasso) dal latino sagina; in arabo: schaim;
-trùscia (fagotto) dal francese trousse;
-‘ntamàtu (sbalordito) dal greco thàuma; in francese entamé;
-gèbbia (ricetto d’acqua, vasca) dall’arabo gébiya;
-crastu (montone) dal greco kràstos;
-ciràsa (ciliegia) dal latino: cerasea, derivato a suo volta dal greco: -kérasos; in spagnolo cereza; in italiano arcaico cerasa;
-ciùncu (storpio) in italiano arcaico era cionco; in tedesco cionk;
-babbalùciu (lumaca) dall’arabo babalush;
-antùra (poco fa) dal latino ante horam;
-abbanniàri (proclamare, gridare) dal tedesco -bandujan (dare pubblico annuncio).