Cronaca di una morte annunciata

Non è orrore nuovo, non è orrore che sentiamo per la prima volta sulla pelle e nell’anima. È orrore che si manifesta a due passi da casa nostra, e forse per questo ferisce più crudamente. È orrore che si aggiunge a tanti altri: orrore che diventa sistema. Molti s’indignano. Molti, poi, forse dimenticheranno. È orrore che non per la prima volta investe Catania.

 

La cultura dell’illegalità che salda il familismo amorale e gli interessi del blocco di potere dominante. Le mani della mafia. E poi, tanta ipocrisia nelle istituzioni e negli organi d’informazione.

Penso all’ispettore ucciso, penso alla moglie e ai figli. Ma si sapeva delle società calcistiche che volenti o nolenti patteggiano, se non foraggiandoli, con i settori violenti dei cosiddetti tifosi e che, se a ciò non si adeguano, ne pagano le conseguenze; ma si sapeva di politicanti che, ingraziandoseli, se ne servono per fini elettorali; ma si sapeva dei loro covi e dei loro armamenti; ma si sapeva dei capi e dei capetti. Si sapeva e si sa.

 

Un fatto fuori da qualsiasi logica? Una tragedia incomprensibile? Ma finiamola! Si direbbe piuttosto la cronaca di una morte annunciata. Chi semina vento raccoglie tempesta, la tempesta di una violenza che s’insinua -come una nuova peste- in ogni dove.

Ad altra semina occorre dedicarsi.

 


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo