Piccole fessure che – nonostante le segnalazioni dei rappresentanti degli studenti – non hanno impensierito troppo i dirigenti. I quali, per porre rimedio, hanno solo «messo un secchio per raccogliere l’acqua». È quanto successo all’istituto Principe Umberto, dove una copertura in plexiglas è crollata lasciando scoperto un’ampia porzione del tetto. «Già ieri avevamo visto delle infiltrazioni – racconta il rappresentante Paolo Francesco Reitano – L’ho segnalato alla preside e hanno messo un nastro per impedire il passaggio e un secchio per raccogliere l’acqua». «Oggi abbiamo sentito un forte rumore, siamo usciti dalle classi e abbiamo visto il lucernario ridotto a pezzi per terra», spiega Vincenzo Santonocito, anche lui rappresentante degli studenti.
Mentre la grandinata che ha colpito nella tarda mattina Catania dilaga anche all’interno della scuola, per lunghi minuti è l’incertezza a regnare. «Non avendo mai provato un piano di evacuazione se non per una simulazione di terremoto, non sapevamo cosa fare. Nemmeno i professori», puntualizza Santonocito. «La vicepreside poi ci ha detto di usare le scale di emergenza esterne e di spostarci al piano terra». Anche in questo caso le condizioni di sicurezza sono al limite: «Eravamo 1500 stipati lì».
Quando la situazione torna parzialmente alla normalità è tempo di fare la conta dei danni: oltre alla copertura distrutta, in una delle succursali dell’istituto è crollato il contro soffitto nei bagni e un tratto del tetto è incurvato. Anche qui l’acqua ha provocato danni secondari. Secondo Reitano «il sindaco deve dichiarare il Principe Umberto inagibile». A lui fa eco Santonocito. «Spero che domani non ci facciano entrare – sbotta – La comunità studentesca è compatta: non si può mettere a rischio la vita di studenti, personale e professori». Anche lui chiede che le autorità blocchino le attività, ma «non abbiamo avuto risposte né dal Comune né dalla dirigenza». Da palazzo degli Elefanti fanno sapere che alcuni tecnici effettueranno dei controlli nell’edificio, nonostante sia una struttura di competenza provinciale.
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