Covid, la spazzatura si accumula a casa dei positivi «Nessuno la raccoglie». Asp: «Servizio parte a breve»

«Sono positivo da giorno 9 e attendo l’Asp che venga a ritirare i nostri rifiuti, che ormai si sono accumulati: non possiamo più stare in casa così». Sono le parole a MeridioNews di Sebastiano Maesano, cittadino acese che giorno 9 ha saputo insieme alla moglie di essere positivo al Covid 19. Da quel momento oltre alla quarantena che dovranno affrontare si è aggiunto il problema di come smaltire la spazzatura. «Non sappiamo più a chi rivolgerci e come affrontare la situazione – racconta -. Io ci tengo alla salute mia e a quella degli altri, non vorrei mai aggirare le regole e contribuire al contagio, ma è anche vero che la cosa è diventata insostenibile».

Secondo un’ordinanza regionale del 27 marzo, firmata dal presidente Nello Musumeci, deve essere l’Asp a occuparsi di raccogliere i rifiuti dei soggetti positivi attraverso ditte specializzate così da non permettere il diffondersi del contagio. Per chi ha contratto il Covid, infatti, è sospesa la raccolta differenziata: tutti i rifiuti, compresi fazzoletti, rotoli di carta, teli monouso, fazzoletti, mascherine e guanti devono essere conferiti insieme e chiusi adeguatamente, protetti da due sacchetti non compressi. La coppia acese in queste ore ha provato a scrivere al sindaco di Acireale Stefano Alì e all’Asp, senza però ricevere risposta. «Ho fatto appello anche al tribunale del diritti del malato e ho contattato a la Tekra (la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti ad Acireale, ndr) – continua l’uomo -. Adesso scriverò al prefetto. Nessuno dà risposte, senza contare che il numero dell’Asp è sempre occupato. Mi hanno suggerito perfino di spruzzare l’alcol nei sacchetti e metterli fuori, ma credo che arrivare a questo punto sia una cosa allucinante».

Secondo quanto appreso da MeridioNews, il problema della coppia acese non è un caso isolato. Molti utenti positivi di altri Comuni attenderebbero da più di dieci giorni che i propri rifiuti vengano ritirati. Altri avrebbero ricevuto i sacchetti da parte dell’Asp quando ormai erano guariti. Il disagio viene confermato da alcuni sindaci. «Purtroppo la ditta del Comune non ha competenze su questo fronte – commenta il primo cittadino acese a MeridioNews – Lunedì scorso noi sindaci dell’Area metropolitana di Catania abbiamo avuto una riunione a cui era presente il direttore generale dell’Asp di Catania Maurizio Lanza. L’Azienda ha ammesso le difficoltà su questo fronte, e in un primo momento aveva suggerito a noi sindaci di ovviare al problema: noi ci siamo opposti, perché non possiamo essere l’ultima ruota del carro a cui affidare queste tipo di situazioni, senza contare che non abbiamo gli strumenti». Le perplessità in merito alle soluzioni che verranno trovate ci sono: «Mi chiedo come possono soddisfare le centinaia di utenze per ogni Comune – commenta Alì ma ci hanno assicurato che la situazione sarà risolta».

Al sindaco di Acireale fa eco primo cittadino di Aci Sant’Antonio Santo Caruso, che stamattina ha raccolto l’appello dei propri concittadini positivi che devono fare i conti con la mole di rifiuti da smaltire. «Sono costretti a vivere in un limbo – commenta – Qualcuno deve fare qualcosa per questa gente, c’è un personale del tutto inadeguato. Le difficoltà stanno a monte: la Regione ha il dovere di far garantire il servizio. Ho scritto una lettera all’Asp, ma evidentemente non è bastata: il prefetto si faccia promotore di un incontro risolutivo». Da quanto appreso da MeridioNews, l’Asp avrebbe concluso una gara per l’affidamento del servizio a una ditta di raccolta dei rifiuti. L’affidamento dovrebbe avvenire non appena sarà concluso l’iter.


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