Un caso che rischiava di ricordare la rete di Bergessio, in Catania-Juventus, invalidata ingiustamente dal guardalinee su pressioni della panchina avversaria. In dieci uomini i rossazzurri, che mancano la vittoria nel finale, agguantano un punto che però non li risolleva in classifica
Cosenza-Catania, il pari deciso dall’arbitro Assistente aveva annullato 1-1 di Plasmati
A Cosenza poteva ripetersi, per i rossazzurri, la beffa già vissuta in un lontano Catania-Juventus. Quando il guardalinee, su pressione della panchina bianconera, annullò per fuorigioco inesistente la rete segnata da Bergessio. Ma stavolta – nella 17esima giornata di un campionato di Lega Pro, imposto a causa dello scandalo combine – la storia è andata diversamente: la squadra di Pancaro è riuscita, in dieci uomini, a pareggiare sullo scottante campo della formazione calabrese.
Un punto che pareva irraggiungibile dopo che Vutov, piazzato il pallone sul dischetto del rigore, aveva spiazzato Liverani per la rete del vantaggio rossoblu. Era il 61esimo minuto, e qualche secondo prima Pelagatti era stato espulso per averlo steso in area. Azione nata da un intervento improvvido di Ferrario, entrato a inizio ripresa al posto di Bergamelli. Il Cosenza però non è riuscito a sfruttare l’uomo in più e, una volta tolti dal campo i pezzi migliori, a due minuti dalla fine ha subito la rete del pareggio. E a tempo scaduto ha pure rischiato di perdere la sfida che credeva d’avere in mano.
A decidere il risultato non è stata la rete di Plasmati, bellissima, quanto invece la decisione dell’arbitro Baroni. Accade che l’attaccante rossazzurro, alla prima occasione da titolare, tiri fuori dal suo repertorio una delle reti più spettacolari della carriera. Da fuori area colpisce il pallone di controbalzo, su assist di un compagno, tanto forte da rischiare di sfondare l’angolino della rete verso il quale il portiere avversario Perina si getta inutilmente. Ma dalle immagini dell’esultanza dei rossazzurri e della non esultanza di Plasmati, che insospettisce, si passa presto a quelle che raccontano la balbuzie decisionale del guardalinee Pepe.
L’assistente dell’arbitro, fermato dalle proteste della panchina del Cosenza mentre ritornava verso il cerchio di centrocampo (come da liturgia seguente alla convalida di una rete, ndr), alza la bandierina e segnala un fuorigioco più che dubbio. I calciatori locali esultano, Plasmati continua a non esultare ma i suoi compagni di maglia restano a bocca aperta. Non l’arbitro Baroni però, che sceglie di intervenire. E, nonostante non godesse della prospettiva migliore per individuare la possibile posizione irregolare di Calil – che nell’azione del gol appoggia il pallone indietro proprio a Plasmati – capisce al volo che il suo assistente si trova in una posizione ancora peggiore per decidere: scioglie l’accerchiamento praticato dai giocatori e dalla panchina cosentina attorno al suo collaboratore e assegna la marcatura ai rossazzurri.
I ritmi della partita si abbassano ma l’elettricità in campo ha il suo picco. Nei minuti finali, per fallo su Calil, viene espulso il difensore rossoblu Tedeschi. E in pieno recupero – sugli sviluppi della seguente punizione, calciata da Nunzella – Calil spreca l’ennesima occasione di andare in rete. Svetta di testa in area ma non angola la traiettoria del pallone, che termina centrale tra le braccia di Perina. A inizio ripresa l’attaccante brasiliano si era trovato già una prima volta solo davanti al portiere avversario. Ma anche in quell’occasione – servito con un pallone rasoterrra, in diagonale – non era riuscito a dare alla sfera la direzione della porta. Anche Di Cecco e Plasmati erano andati vicini alla marcatura. Come pure Criaco, per i calabresi, che al 58esimo aveva impegnato Liverani.
Il portiere del Catania era stato il protagonista della prima parte di gara. Sua la parata decisiva per portare il risultato sul pareggio all’intervallo. Al 17esimo, Arrighini – su azione proveniente da un cross, spizzicato in area dalla testa di un compagno – si trovava col solo portiere rossazzurro tra lui e l’esultanza per il gol. In quell’occasione, Liverani è stato lesto nel rimanere dritto sulle gambe, attento a non sguarnire il primo palo, freddo nell’attendere la conclusione dell’avversario, e pronto a deviarla lontano dalla rete con qualsiasi parte del corpo potesse opporre. Quando il pallone ha superato la linea di fondo, terminando in angolo e non in gol, per Liverani è stato come segnare una marcatura. Considerati i complimenti che gli vengono rivolti dai compagni.
Il pareggio contro il Cosenza – iniziato con la squadra di casa parsa più determinata – allunga la striscia povera di vittorie per i rossazzurri: una sola nelle ultime sei partite. E mantiene la formazione etnea non abbastanza distante dalla zona retrocessione per potere guardare ad altri, e più ambiziosi, obiettivi. «Il nostro grande carattere è stato premiato alla fine – dice, al termine della gara, l’allenatore del Catania Giuseppe Pancaro – Non è stato semplice giocare e rimontare su questo campo, specie in dieci uomini». E sulla rete di Plasmati, schierato per la prima volta da titolare, conferma quanto detto nelle precedenti puntate: «È un giocatore molto importante che, nel girone di ritorno potrà esserci molto utile». La prossima partita il Catania la giocherà in casa contro il Matera, eccezionalmente domenica alle 15.