In occasione del dodicesimo compleanno del Comitato antiracket viene presentato il nuovo strumento in grado di raccogliere le sentenze degli ultimi dieci anni che descrivono Cosa nostra. Ugo Forello: «Sarà la base da cui partire per un cambiamento epocale nella lotta alla mafia»
Cosa Libera, la nuova piattaforma di Addiopizzo «Una fotografia della storia recente della mafia»
«Speriamo di creare un mostro di conoscenze e sapere incredibile, a libera disposizione dei cittadini». Sono i primi commenti di Ugo Forello, legale fondatore del Comitato Addiopizzo, a proposito della piattaforma Cosa Libera, creata dall’informatico Francesco Passantino. «Si tratta di un progetto che si muove attorno a circa 190 sentenze che riguardano tutti i processi che hanno riguardato il territorio di Palermo e della provincia». Una raccolta fatta non solo per rendere queste sentenze fruibili, ma anche facilmente consultabili grazie alla creazione di un motore di ricerca che permetterà una consultazione intelligente e veloce di quelle che sono informazioni di interesse pubblico. «Ci sarà una ricerca specifica per operazione antimafia, imputato, persona offesa, parte civile, mandamento, circoscrizione o per anno di pubblicazione della stessa sentenza».
La piattaforma potrà essere ulteriormente implementata atraverso il prezioso contributo dei giornalisti. Ci sarà infatti la possibilità di collegare a queste sentenze e operazioni tutti gli articoli correlati. «Significa che chi è giornalista potrà accedere alla piattaforma con una password specifica e inserire il proprio articolo – spiega Forello – Questo si farà sia per testata sia per singoli giornalisti». Il portale rappresenterà la storia delle sentenze e dei fatti processuali degli ultimi dieci anni di Cosa nostra. «Noi la rendiamo semplicemente accessibile a tutti: Cosa Libera nasce proprio da questa contrapposizione» continua il legale. Significativa è anche la scelta del giorno di presentazione del progetto. Il 29 giugno 2004, esattamete dodici anni fa, avveniva infatti il primo attacchinaggio da parte dei ragazzi di quello che di lì a poco sarebbe diventato il Comitato antimafia schierato in prima linea nella lotta al racket e alle estorsioni mafiose. È ormai celebre la frase da cui tutto ebbe inizio: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità».
«Noi ci auspichiamo che, attraverso la collaborazione di altri, quest’opera venga non solo aggiornata ma anche completata con altri fatti giudiziari passati degli anni precedenti» dice ancora l’avvocato Forello. «Il sistema mafioso è cambiato molto e sicuramente è andato molto più in crisi di quanto non fosse prima prosegue il legale – I cambiamenti di reazione dei cittadini a fenomeni del genere si notano, così come i cambiamenti dello spessore criminale di molti soggetti coinvolti». Cosa Libera rappresenta un punto di partenza. Una base oggettiva, i fatti di mafia raccontati dalle sentenze dei tribunali e delle corti d’appello di Palermo. «Questa piattaforma è una fotografia, scevra da commenti. È ovvio che da questa fotografia si potranno trarre molte conseguenze – conclude Forello – Riteniamo che oggi sia giunto il momento di fare una serie di riflessioni che possano determinare un cambiamento epocale nella lotta alla mafia e alle estorsioni».