L'istituto La Farina-Basile è stato tra i primi a mostrarsi reattivo di fronte all'invito del Miur a continuare la didattica anche nell'impossibilità di andare a scuola. A MeridioNews parla la docente che ha fatto da pioniera
Coronavirus, a Messina un liceo fa lezione su Skype «Ragazzi interessati, temono slitti esame di maturità»
Mentre le università siciliane stanno lavorando all’implementazione del servizio di teledidattica per ovviare alla sospensione delle lezioni in aula, c’è chi, tra gli istituti superiori, ha già avviato forme di apprendimento online. Si tratta per adesso di pochi casi, in un quadro generale in cui, legittimamente, la maggior parte delle scuole sta cercando di attrezzarsi di fronte a una situazione che, fino a pochi giorni fa, non sembrava in procinto di palesarsi.
Il timore scaturito dall’alto livello di contagiosità del Covid-19 ha portato il governo Conte a una stretta sui luoghi pubblici e di condivisione del tempo, e le aule scolastiche non hanno fatto eccezione. Già ieri i dirigenti degli istituti siciliani hanno impartito direttive al personale docente. E le differenze non mancano: c’è chi invita a utilizzare il registro elettronico e chi, invece, consapevole dello stop arrivato da Roma interpreta la teledidattica un supporto non obbligatorio per gli alunni.
Non mancano i casi in cui, tra le righe delle circolari, sembra emergere l’impreparazione davanti all’emergenza. E così capita che in alcuni istituti tra le modalità immaginate per rispondere all’invito del ministero vengano inclusi anche i social tradizionalmente meno adatti alla formazione: dall’uso di Instagram – non è chiaro se attraverso le stories o i post – ai gruppi Whatsapp, non escludendo le videochiamate di gruppo.
A Messina, invece, c’è una scuola che, seppure per il momento in misura ridotta, ha subito reagito alla novità. Si tratta del liceo La Farina-Basile. «Siamo abituati alle sperimentazioni – commenta la dirigente scolastica Pucci Prestipino a MeridioNews – e, anche stavolta, stiamo cercando di fornire i servizi migliori, in una situazione che non è agevole per nessuno». La preside, che al momento regge anche l’istituto comprensivo Vittorini, confida nel fatto di fare partite la teledidattica anche per i più piccoli: medie ed elementari. «Ho sentito alcune docenti e c’è la disponibilità a provarci», aggiunge.
Chi la prova sembrerebbe averla superata è Antonella Lo Castro, docente di italiano e latino, materia quest’ultima insegnata in alcune classi in lingua inglese. «Diciamo che ho fatto da pioniera – racconta l’insegnante -. Già ieri ho svolto tre lezioni a distanza con tre classi diverse. Abbiamo trattato sia la sintassi latina che la letteratura. Quale autore? Tacito». Per sviluppare le lezioni online, la scuola utilizza due piattaforme dedicate: Alatin e Itaca. «Abbiamo la licenza ma, data l’emergenza, la società che le gestisce ha deciso di lasciarle libero l’accesso a chiunque ne abbia necessità – continua Lo Castro -. Sono strumenti utili che consentono di sottoporre gli alunni a esercitazioni, per le quali si riceve sia la correzione da parte del software che quella dell’insegnante».
Non solo test, ma anche teoria. «Stiamo utilizzando Skype e non c’è bisogno che i ragazzi abbiano un proprio account – spiega Lo Castro -. Dopo aver creato la classe, invio loro un link. Possono usare sia il computer che il cellulare. L’unico problema è la connessione, ma per ora non abbiamo avuto difficoltà». L’esperimento ha previsto anche la condivisione da parte della docente del proprio schermo. «Hanno potuto seguire le slide che avevo preparato e, nel caso qualcosa non fosse chiaro, potevano fare domande tramite la chat pubblica».
Lecito chiedersi quale sia stato il livello di partecipazione dei ragazzi. E se qualcuno non abbia fatto il furbo, magari aprendo la chat ma abbandonando la postazione per dedicarsi ad altro. «In linea teorica è possibile, certo. Ma i ragazzi sanno che questa non è un’imposizione, bensì un’opportunità per evitare di perdere tempo prezioso. Specialmente chi frequenta l’ultimo anno – rivela la docente – è un po’ preoccupato per la mancanza di certezze sui tempi di ripresa della normale attività». Il pensiero chiaramente è all’esame di maturità. «Si chiedono se verranno spostate le date, ma capiscono anche – conclude – che è una situazione che stiamo tutti scoprendo giorno dopo giorno».