2005 Anno Mondiale della Fisica. Ieri e oggi tra Einstein, ricerca universitarie e un occhio anche ai cittadini
Convegno alla facoltà di Scienze Matematiche
Un’aula magna gremita. Studenti di scuole superiori, universitari, professori e semplici appassionati. Non mi sarei aspettata una così vasta affluenza a un convegno del genere in un venerdì pomeriggio un po’ più caldo del solito. E invece sono tanti i volti (giovani e adulti) che assiepano i banchi di un’aula dalla cornice moderna e funzionale.
La manifestazione conta tra i suoi partecipanti i nomi più in vista tra gli accademici siciliani del settore, oltre alla presenza del Rettore Latteri e dei presidi della Scuola di Eccellenza e della facoltà di Scienze Matematiche. Il motivo di questo incontro è davvero importante. Il 2005 è l’Anno Mondiale della Fisica, e anche Catania fa la sua parte nell’ambito del circuito degli atenei scientifici internazionali, avvicinando la fisica (solitamente riservata ai soli addetti ai lavori) anche ai cittadini.
Il convegno si apre con l’intervento del Rettore, il quale auspica un coinvolgimento sempre maggiore del territorio per lo sviluppo del settore: “L’università vive della ricerca”, e quindi augura l’incremento di attività di formazione per rendere anche il paese più competitivo.
Il preside di Facoltà, professore Lo Giudice, punta il suo intervento sul rapporto tra insegnamento della fisica e scuole medie e superiori, evidenziando un forte allontanamento di questa materia dai programmi di studio: “Il successo della facoltà dipende dall’interesse dei giovani per quello che facciamo”.
E di successo ne sta avendo molto, considerato che, dato l’alto numero di partecipanti alle olimpiadi di fisica,si sta creando un secondo polo che raccolga un numero sempre crescente di ragazzi attratti da questa disciplina.
Ma il momento più atteso da tutti è la lezione del professor Agodi sulle teorie di Albert Einstein che, sebbene siano state formulate un secolo fa, sono alla base delle conoscenze moderne. “Nel parlare di fisica oggi è impensabile non usare qualcosa inventato da Einstein”.
La lezione è complessa. Si va dalla termodinamica statistica ai quanti di luce alla teoria della relatività. Purtroppo la mia cultura in questo campo è carente, ma a tratti persino un intollerante a tutto ciò che è scientifico, come me, riesce a capire qualcosa.
Il professor Agodi (vera star del convegno) conclude il suo intervento in una sala disertata dalle autorità, ma piena di giovani menti che annuiscono alle sue parole di elogio per questa materia e per il suo discepolo più illustre.
Fuori dall’aula magna si incontrano solo i ragazzini delle superiori, forse un po’ annoiati, ma il resto del pubblico è ancora dentro a chiedere chiarimenti e a discutere su una materia che forse per noi sembrerà distante, ma che per molti giovani rappresenta il futuro.
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