Consiglio comunale, manca ancora il numero legale Richiesta di chiarezza sulla querelle ufficio stampa

L’aula consiliare di palazzo degli Elefanti continua non votare il programma edilizio di Fin.co.ge.ro a Nesima. A mancare ancora una volta è il numero legale dei consiglieri comunali, molti dei quali abbandonano gli scranni dopo l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti. Gli assenti fanno parte delle file dell’opposizione che poco prima chiede di posporre l’ordine del giorno relativo all’edilizia popolare. Ma a tenere banco nella fase delle comunicazioni al presidente del consiglio è la vicenda relativa all’ufficio stampa istituzionale. E sul chiarimento della questione da parte dell’amministrazione maggioranza e opposizione fanno fronte unico.

«Tempo fa ho denunciato un atteggiamento poco chiaro dell’amministrazione sulla questione degli abusivi che lavorano all’interno dell’ufficio stampa del Comune», spiega con tono pacato Manlio Messina di Area popolare. «Lavoro sempre per il bene della città e mai per questione personali. La vicenda non intende colpire singole persone e adesso che ho ottenuto i documenti che attestano l’abusivismo di qualcuno mi ritiro in silenzio stampa», continua il consigliere. Che auspica un intervento deciso da parte del Comune, sventolando sulla destra gli atti che compongono la sua denuncia. A ribadire la necessità di risposte «per il bene del rapporto che intercorre tra l’amministrazione e i cittadini» è anche il vicepresidente vicario del consiglio Sebastiano Arcidiacono.

«Sono abituato a sentire il collega Messina urlare in quest’aula ma il suo tono pacato di oggi è molto più vibrante di un grido. È necessario chiarire le posizioni di questi lavoratori e la questione in maniera definitiva», interviene il consigliere di Sicilia democratica. Seguito da Niccolò Notarbartolo del Partito democratico che bolla l’intera vicenda come «assolutamente ridicola». Ed entra nel merito: «Ci sono passaggi che producono un abominio politico oltre che un grosso problema. Ho letto i documenti di cui è in possesso Messina e all’interno di essi si nota un rapporto lavorativo continuo svolto da una professionalità, non per una singola istituzione ma per più soggetti tra i quali anche alcuni colleghi», afferma il consigliere di maggioranza. Che arringa: «Tale continuità lavorativa non è inquadrata in nessun rapporto formale e quindi è in nero. La cosa ancora più grave è che il professionista in questione ha un contenzioso giuridico lavorativo con questo istituto visto che è un dipendente di una società partecipata del Comune».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il capogruppo di Grande Catania Giuseppe Castiglione. «Ci vuole chiarezza, non si può continuare ad agire in questo modo. Il consigliere Messina ha il sostegno del nostro gruppo e — domanda — il responsabile dell’ufficio stampa comunale ha un nome e un cognome? Perché non glielo si chiede?». La risposta dell’amministrazione arriva dalle parole del vicesindaco Marco Consoli, che si mantiene conciliante e punta sull’apertura di un dialogo tra i consiglieri e l’amministrazione. «Rispetto il lavoro del consiglio, l’accesso che esso ha degli atti è doverosa ma — conclude — ritengo che non ci siano particolari problemi connessi alla vicenda dell’ufficio stampa comunale e se ci sono soluzioni da trovare verranno trovate».

Cassandra Di Giacomo

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