Già per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Catania non ci sarebbe un particolare problema di sicurezza. Che, invece, è stato il tema al centro del Consiglio comunale di questa mattina. Decine di sparatorie, risse (per cui gli ultimi arrestati sono proprio quelli di questa mattina all’Ecs Dogana), il caso del turista aggredito per essere […]
Catania, il Consiglio sul nodo sicurezza. Trantino: «I parcheggiatori abusivi? Non li si può sopprimere nell’acido»
Già per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Catania non ci sarebbe un particolare problema di sicurezza. Che, invece, è stato il tema al centro del Consiglio comunale di questa mattina. Decine di sparatorie, risse (per cui gli ultimi arrestati sono proprio quelli di questa mattina all’Ecs Dogana), il caso del turista aggredito per essere rapinato e lasciato in fin di vita in pieno centro storico, continui furti di auto, le derive della malamovida e il fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Ed è proprio su questo ultimo punto che il sindaco Enrico Trantino ha perso il suo classico aplomb. «Compiono delle vere e proprie estorsioni, vengono controllati ma se non vengono colti in flagranza di reato non si può fare niente. Ho chiesto – afferma il primo cittadino dopo avere riportato dei commenti che riceve sui social in merito alla poca efficacia delle azioni di contrasto – e mi hanno detto che non li si può sopprimere nell’acido e che non gli si può infilare il napalm nelle narici. Ditemi che cosa dovremmo fare».
A chiedere l’ordine del giorno del civico consesso di oggi è stato il consigliere comunale della Nuova democrazia cristiana Maurizio Mirenda. «Se non si interviene al più presto, prenderemo la strada del non ritorno», è l’allarme che ha lanciato dopo avere fatto un lungo elenco delle criticità che orbitano attorno al nodo sicurezza. Dalle baby gang alla malamovida, dai cumuli di rifiuti per strada alla mancanza di controlli da parte delle forze dell’ordine. La soluzione per Mirenda sarebbe «creare delle ronde con vigili urbani, polizia, carabinieri, esercito e guardia di finanza». Tutti insieme a fare controlli interforze per presidiare il territorio. Per diversi consiglieri che intervengono nel corso della seduta, invece, la panacea di tutti i mali sarebbero «tavoli tecnici con la prefettura e la questura». Un’idea non proprio originale che, come ricorda il consigliere pentastellato del Gruppo misto Graziano Bonaccorsi è già stata messa in campo senza andare a bersaglio: «Tavoli interforze e tecnici ne abbiamo fatti a bizzeffe, ma risultati zero».
Quando è il suo momento, a ridimensione la questione ci pensa il sindaco Trantino che si era dovuto allontanare per andare in prefettura a fronteggiare l’emergenza neve. «Stiamo attenti a fare la giusta distinzione tra dati e percezione: non voglio minimizzare, ma la situazione – prova ad assicurare – è meno disperata di quello che si vuol far credere». E di volerlo far credere per il primo cittadino sarebbero colpevoli soprattutto alcuni giornali che «hanno interesse, per seguire l’algoritmo di Facebook, a dare notizie che alimentano il disagio». Mentre, invece, da parte dell’amministrazione «c’è un’azione di progressiva riconquista della città», garantisce Trantino a cui fa eco l’assessore Alessandro Porto – che ha le deleghe alla Protezione civile e alla Polizia municipale – ribadendo che «la sicurezza è una priorità su cui tutti dobbiamo puntare».
Il capogruppo dell’Mpa Orazio Grasso ricorda che Catania è la città dove un proiettile vagante ha reso tetraplegica Laura Salafia (morta due giorni fa) appena uscita dall’università e che resta «la terza città più pericolosa d’Europa. Per questo – sottolinea il consigliere – non basta aumentare il numero di telecamere e di pattuglie ma serve costruire politiche sociali serie». Non ci può fermare solo alla fase repressiva. «Per far sì che il cittadino del futuro abbia uno spiccato senso civico – immagina il consigliere di Fratelli d’Italia Giovanni Magni – bisogna lavorare sulla dispersione scolastica». Al passato guarda, invece, il capogruppo di Prima l’Italia Giuseppe Musumeci: «Catania non è mai stata Bolzano». Il capoluogo del Trentino-Alto Adige usato come altro termine di paragone rispetto a una città «in cui quando io ero giovane la gente veniva ammazzata per strada e c’era il coprifuoco. Ho dubbi sul fatto che ora sia meno sicura». Tra ringraziamenti di rito e buoni propositi di annullare le distanze tra maggioranza e opposizione almeno sulla questione sicurezza, dopo oltre due ore di Consiglio, sui tavoli (e non ancora quelli tecnici che in molti hanno chiesto di istituire) ci sono più problemi che possibili soluzioni.