Distinzione dei flussi veicolari, realizzazione di un'area ciclabile ragionata, chiusura del Lungomare diversa da quella attuale, aumento dei parcheggi e allungamento della tratta della metropolitana cittadina. Sono le idee presentate oggi dai rappresentanti degli esercenti. «Se l'amministrazione cittadina non ci darà ascolto saremo i primi a liberare Catania da essa», ha detto il presidente Ascom Giovanni Saguto
Confcommercio, soluzioni sulla viabilità «Basta polemiche, vogliamo il dialogo»
«Concretezza e confronto». È con questo richiamo all’amministrazione comunale che il presidente di Confcommercio Catania Riccardo Galimberti apre la conferenza stampa di oggi, sei giorni dopo l’aggressione al ciclista Raffaele Lo Savio nel corso della manifestazione Lungomare liberato domenica scorsa. Viabilità cittadina e rapporti dell’ente di via Mandrà 8 con palazzo degli Elefanti, i temi dell’incontro. L’obiettivo dei dirigenti presenti all’appuntamento è stato quello di «spostare l’attenzione dalla polemica al dialogo», ha ribadito più volte Galimberti. Per dare conferma dell’intento l’ente ha dunque presentato un documento programmatico – che sarà girato quanto prima all’amministrazione comunale – sui possibili interventi in materia di viabilità per le arterie stradali relative al Lungomare cittadino e a via Gabriele D’Annunzio. «I provvedimenti del Comune non possono prescindere dai risultati e con onestà intellettuale, considerato il fallimento, chiediamo al primo cittadino di ricalibrarli», ha spiegato il funzionario Francesco Sorbello. Che ha aggiunto: «Hanno accusato la nostra associazione di essere restia al cambiamento ma forse non ricordano che siamo stati la prima organizzazione a richiedere una proroga per l’acquisto di rastrelliere, all’amministrazione Stancanelli nel 2012».
Flussi veicolari scorrevoli, aumento del numero dei parcheggi, completamento e allungamento della tratta metropolitana cittadina, percorsi di ciclomobilità. Sono questi i punti principali del progetto di città firmato Confcommercio, che vuole proporre soluzioni al traffico caotico e ai parcheggi in file doppie e triple. «È chiaro che queste conseguenze non giovano a nessuno ma sono un danno per tutti, commercianti e non», ha sottolineato Galimberti. E tra le soluzioni proposte spuntano la distinzione dei flussi veicolari a seconda che siano collegati ai servizi – commerciali, direzionali, sanitari – o legati alle attività, una proposta di area ciclabile ragionata che colleghi piazza Duomo e Ognina, e una chiusura del Lungomare diversa da quella attuale. Come? La corsia est dedicata alla pedonalizzazione e quella ovest aperta al flusso stradale.
«Crediamo ancora che il sindaco Enzo Bianco possa rilanciare la nostra città e la relativa area metropolitana ma ci aspettiamo concertazione e dialogo sul nostro programma», ha poi aggiunto il presidente di Confcommercio. Più duro verso palazzo degli Elefanti è stato il presidente Ascom Catania, Giovanni Saguto: «Se l’amministrazione cittadina non ci darà ascolto saremo i primi a liberare Catania da essa». Il dirigente ha poi concluso il proprio intervento con una domanda: «Perché ci si accorge di un operaio che perde il lavoro o di un commerciante che abbassa la saracinesca della propria attività solo dopo una tragedia?». E il richiamo è al fatto di cronaca che visto protagonista il venditore ambulante Salvatore La Fata.
Più conciliante è stata la posizione del presidente Fipe Dario Pistorio che ha rimandato le progettualità al dialogo con l’amministrazione. «Avremo un incontro con l’assessore alle Attività produttive Angela Mazzola la prossima settimana», ha affermato. A fare da contraltare la disperazione di Giancarlo Tropea, un commerciante di via Gabriele D’Annunzio che ha detto: «Da quando è stata modificata la viabilità della zona in cui lavoro ho registrato un calo del 40 per cento del fatturato». A fargli eco il rappresentante della sezione bar di Fipe Massimo Magrì, che ha annunciato: «I commercianti del Lungomare non sanno ancora se alla prossima manifestazione del Lungomare liberato resteranno chiusi».