È finito nel carcere di alta sicurezza di Bicocca Orazio Orazio, noto esponente del clan mafioso Cappello-Carateddi di Catania. La guardia di finanza ha dato esecuzione a un ordine di carcerazione emesso dalla corte d’Appello. La condanna definitiva a 10 anni di reclusione riguarda reati di associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, […]
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Mafia, in carcere Orazio Buda: condanna definitiva a 10 anni per estorsioni e riciclaggio
È finito nel carcere di alta sicurezza di Bicocca Orazio Orazio, noto esponente del clan mafioso Cappello-Carateddi di Catania. La guardia di finanza ha dato esecuzione a un ordine di carcerazione emesso dalla corte d’Appello. La condanna definitiva a 10 anni di reclusione riguarda reati di associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso.
La sentenza arriva al termine di un lungo procedimento scaturito dall’operazione Sipario, coordinata dalla procura della Repubblica. Le indagini hanno documentato l’operatività del clan, le sue infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale della città e, in particolare, il ruolo centrale di Buda. L’imprenditore mafioso, cugino del capomafia Orazio Privitera, figura apicale del clan, avrebbe reimpiegato il denaro frutto di attività illecite in note attività commerciali – bar e ristoranti del centro di Catania con l’insegna Opera Prima – intestate a prestanome per mascherarne la reale proprietà.
I finanzieri hanno anche accertato numerosi episodi di estorsione a danno di cittadini, imprenditori del settore trasporti e persino di un celebre pittore siciliano, da cui Buda avrebbe ottenuto delle opere. Alcuni quadri sarebbero stati utilizzati per tentare di corrompere funzionari pubblici, altri per arredare esercizi commerciali riconducibili al clan. Nel 2021, l’operazione Sipario aveva già portato a 22 misure cautelari per un ampio spettro di reati: mafia, estorsione, corruzione, falso, bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, corruzione elettorale e intralcio alla giustizia. Fu disposto anche il sequestro preventivo di tre società con sede a Catania, attive nella ristorazione e valutate oltre 5 milioni di euro.
Dopo la condanna definitiva in secondo grado, con pena fissata fino al 15 marzo 2031, interdizione perpetua dai pubblici uffici e libertà vigilata per tre anni, è scattato l’ordine di carcerazione. Gli uomini del Gico della Finanza hanno prelevato Buda dalla sua abitazione nel quartiere Librino, dove si trovava ai domiciliari, e lo hanno condotto nel carcere di Bicocca. MeridioNews nel 2016 svelò anche il ruolo di Buda come responsabile nella gestione dei parcheggi delle spiagge libere. Buda figurava come dipendente della società Caffè Napoleon di viale Nitta, l’impresa che si era aggiudicata la gestione delle aree attrezzate comunali.