Il Tribunale civile di Palermo ha condannato il Comune a pagare oltre 60.000 euro per i gravi danni subiti da due famiglie nelle loro ville nella borgata marinara di Mondello, a causa di alcuni allagamenti. A stabilirlo è stata la Terza sezione, presieduta dalla giudice Caterina Pizzuto. I fatti risalgono al 21 e 23 agosto 2018, quando […]
Comune di Palermo condannato a pagare 60.000 euro per gli allagamenti di Mondello
Il Tribunale civile di Palermo ha condannato il Comune a pagare oltre 60.000 euro per i gravi danni subiti da due famiglie nelle loro ville nella borgata marinara di Mondello, a causa di alcuni allagamenti. A stabilirlo è stata la Terza sezione, presieduta dalla giudice Caterina Pizzuto. I fatti risalgono al 21 e 23 agosto 2018, quando delle piogge torrenziali hanno causato l’invasione di acque piovane e liquami fino a 70 centimetri di altezza nelle abitazioni che subirono ingenti danni strutturali e materiali. Il flusso d’acqua, proveniente contemporaneamente da via Ca’ Da Mosto e via Principessa di Scalea, ha investito prima una delle proprietà per poi estendersi agli spazi comuni e all’altra abitazione. Nonostante i danni e la situazione già critica, il Comune non ha adottato misure adeguate, lasciando che un ulteriore allagamento si verificasse il 3 ottobre 2018.
I proprietari, assistiti dallo studio legale Palmigiano e Associati hanno agito in giudizio con il patrocinio degli avvocati Alessandro Palmigiano e Mattia Vitale, procedendo prima con un accertamento tecnico preventivo, per ricostruire le cause dell’evento e documentare i danni, facendo nominare un consulente da parte del Tribunale, e successivamente, nel 2023, con una causa civile per il risarcimento. La perizia tecnica e la consulenza d’ufficio hanno confermato che la causa degli allagamenti era «la grave inadeguatezza del sistema comunale di drenaggio delle acque piovane, incapace di smaltire anche piogge di intensità ordinaria».
Il tribunale ha stabilito la responsabilità del Comune come custode delle strade e della rete fognaria. Secondo il giudice, dalla documentazione era emerso chiaramente che il sistema fognario era del tutto inadeguato, mancando di sufficienti caditoie e canali per lo smaltimento delle acque. «L’inerzia della pubblica amministrazione non può ricadere sui cittadini – ha commentato l’avvocato Alessandro Palmigiano -. Questo provvedimento conferma l’importanza di una gestione responsabile e programmata delle infrastrutture urbane. Ci auguriamo che tale decisione sia da stimolo per un intervento strutturale, al fine di evitare che simili eventi si ripetano, con gravi conseguenze economiche non solo per i danneggiati ma anche per la collettività».