Lo stop, partito a luglio del 2020, era durato solo quattro mesi per un ricorso dei legali del primo cittadino. Da quel momento, dopo essere arrivata e tornata da Roma, la questione è approdata in prefettura, dove si è scelto di far scontare i lunghi mesi mancanti
Comune di Catania, nuova sospensione per Pogliese Sindaco «attende chiarimenti» ma pensa di dimettersi
Nuova sospensione per il sindaco di Catania Salvo Pogliese: a meno di eventuali dimissioni del primo cittadino – già annunciate in privato agli alleati, ma ricevendo come risposta la necessità di più tempo – la giunta sarà retta (di nuovo) dal vicesindaco Roberto Bonaccorsi per 13 mesi. Pare che in Comune la decisione fosse attesa con ansia da venerdì. Quando sarebbe arrivata la pronuncia dei giudici sulla parte di loro competenza, ossia l’eventuale esaurimento della sospensione di 18 mesi, inflitta al sindaco dopo una condanna in primo grado per peculato ma interrotta dal ricorso dei suoi legali. Da lì, per la decisione di merito sul futuro della sua sindacatura, la questione si sarebbe spostata alle stanze della prefettura etnea che, su indicazioni della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, avrebbe deciso di riprendere da dove si era lasciato, facendo scontare al primo cittadino di Catania i mesi mancanti. La comunicazione è stata notificata al segretario generale dell’ente solo oggi. Si profila così un nuovo stop per un lungo periodo, che porterebbe Pogliese a ridosso delle elezioni comunali della primavera 2023 alle quali aveva già annunciato di volersi ricandidare. Scelta che adesso suonerebbe come un azzardo, mentre le dimissioni porterebbero ad elezioni anticipate per il capoluogo etneo e a una possibile corsa al nazionale per il primo cittadino adesso in pausa.
La vicenda della sua sospensione inizia a luglio del 2020 in osservanza della legge Severino, dopo la condanna in primo grado per peculato del tribunale di Palermo, e sarebbe dovuta durare 18 mesi. Una pausa forzata che era stata sospesa dopo circa quattro mesi e mezzo per un ricorso dei legali di Pogliese al tribunale di Catania, ponendo dubbi sulla legge stessa. Così la questione si era spostata alla Corte costituzionale per poi tornare nelle aule di giustizia etnee con l’udienza di pochi giorni fa, il 20 gennaio. Difficile finora, anche per gli addetti ai lavori, scommettere sul futuro del sindaco: il suo è infatti uno dei primi casi italiani dopo l’introduzione della legge che punta a preservare le istituzioni da ombre legate alle accuse di reati contro la pubblica amministrazione. Eppure i più attenti avevano notato un segnale poco positivo: l’assenza di Pogliese all’inaugurazione dell’anno giudiziario, sabato scorso, quando a rappresentare l’amministrazione è stato invece l’assessore Enrico Trantino. E infine, oggi pomeriggio, nel bel mezzo delle voci sul suo futuro, l’annuncio dell’annullamento della conferenza stampa del comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata, inizialmente prevista per domattina alla presenza del sindaco.
Pogliese ha commentato la decisione della prefetta Maria Carmela Librizzi con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook: «In maniera del tutto inaspettata mi ritrovo a commentare l’ennesimo atto che riporta indietro le lancette della mia esperienza da Sindaco – scrive – Ho lasciato un comodo seggio a Bruxelles e l’immunità parlamentare che mi avrebbe tutelato dall’applicazione della Severino, per servire la mia Città. Astenendomi per sensibilità istituzionale dallo svolgimento delle funzioni di Sindaco, aspetterò i chiarimenti del caso prima di fare tutte le opportune valutazioni e assumere scelte consequenziali».