Elezioni a turno unico nei tre Comuni del comprensorio chiamati al voto il 10 giugno. Tre gli aspiranti sindaco della città del Cara, quattro lì dove l'uscente Giuseppe Grasso non si ricandida. Nel più piccolo dei centri, Nuccio Barbera cerca invece l'impresa del secondo mandato
Comunali 2018, i derby senza partiti del Calatino Sfide aperte a Mineo, Castel di Iudica, San Cono
Non sarà il rovente
avvio d’estate politico dell’anno scorso – quando furono ben dieci i Comuni del comprensorio chiamati alle urne – ma sarà comunque un 10 giugno di derby ad alta tensione nel Calatino. Sfide secche, maggioritario senza ballottaggi, per le elezioni amministrative a Mineo, Castel di Iudica e San Cono per un totale di elettori che in concreto si recherà al voto ben lontano dalle diecimila unità. E sfide che poco o nulla diranno sulla tenuta dei partiti, i cui simboli sono assenti quasi del tutto, se non per l’eccezione del Movimento 5 stelle a Mineo.
Il primo partito italiano, nella città che nelle più recenti cronache ha legato il suo nome alla presenza del
Cara, il più grande centro d’accoglienza per richiedenti asilo d’Europa, non parte da favorito. Il tentativo di sovvertire il pronostico è affidato a Giuseppe Renda, ingegnere con una carriera fuori dall’Isola ma adesso rientrato a casa. Al suo fianco c’è una squadra di candidati consiglieri fatta in gran parte di esordienti sulla scena elettorale di Mineo. Spetta a loro rompere le uova nel paniere alle liste civiche messe su dai protagonisti più o meno nuovi del quadro politico locale. Anna Aloisi, sindaca uscente, non ricandidandosi ha evitato il referendum sulla sua chiacchieratissima esperienza amministrativa. Ma il nerbo della maggioranza uscente non ha mollato il campo, sempre con la regia più o meno diretta di Paolo Ragusa, l’ex direttore del consorzio Sol Calatino finito sotto accusa assieme ad Aloisi e all’ormai ex sottosegretario Giuseppe Castiglione nella maxi inchiesta sugli appalti milionari del Cara di Mineo.
Stavolta c’è in ballo il sostegno al candidato Giovanni Tamburello, guida della lista CambiAmo Mineo, impegnato a rimarcare non appena può la sua discontinuità rispetto al blocco degli uscenti. Nel suo curriculum c’è la vicinanza all’area autonomista, da uomo dell’ex deputato Angelo Lombardo, fratello dell’ex governatore Raffaele. Terzo nome della partita, non però per favori della vigilia, è Giuseppe Mistretta. Da sempre vicino al governatore Nello Musumeci, l’ex consigliere provinciale, oggi volto di Diventerà bellissima, ci riprova dopo la sconfitta del 2013 contro Anna Aloisi. Lo supportano pure gli esponenti della Forza Italia locale, oltre che gli ex sindaci del periodo 1994-2013, cioè i progressisti Giuseppe Castania e Giuseppe Mirata. Nella lista di Mistretta, Insieme per la città, trova spazio anche un suo rivale di cinque anni fa, il centrista Angelo Catania, terzo classificato con circa 750 voti.
A
Castel di Iudica, la campagna di uno degli aspiranti sindaco, Salvatore Tumello, è finita nella bufera per l’annunciata presenza nella sua lista Insieme per Castel di Iudica dell’imprenditore Salvatore Calderaro. Il suo nome, poi ritirato, è fra gli indagati dell’inchiesta Black job della guardia di finanza di Catania costata l’arresto all’ex deputato Ars Marco Forzese. Tumello intanto ha tirato dritto, mentre il sindaco uscente ex An, Giuseppe Grasso, non si è ricandidato. Ritenta invece Ruggero Agatino Strano con la lista Libera Iudica. Suo big sponsor è l’ex deputato Ars dell’Mpa Giuseppe Arena, già candidato alle Regionali con Diventerà bellissima ma oggi vicecoordinatore di Fratelli d’Italia. Nel 2013 Strano fu terzo classificato ma a grande distanza dal vincente Grasso e dal secondo posto di Angelo Palumbo. L’ex candidato sindaco è oggi aspirante consigliere nella lista Insieme si può – Il paese che vogliamo guidata da Carmelo Antonio Risiglione, che a sua volta sosteneva Palumbo nel 2013. Chiude l’elenco Luigi Gino Basilotta, candidato sindaco della lista La nostra Iudica.
Nuccio Salvatore Barbera è invece il sindaco che vuole il secondo mandato a San Cono. In uno dei più piccoli Comuni del Catanese, l’impresa non è mai riuscita a nessuno da quando vige l’elezione diretta del primo cittadino. L’ostacolo, davanti alla lista Uniti per San Cono, si chiama Giuseppe Cinquemani, studente universitario e consigliere uscente, cinque anni fa eletto nella maggioranza di Barbera. Oggi però è a capo del contenitore Una svolta per San Cono ed è vicino al deputato Ars di Fratelli d’Italia Gaetano Galvagno. Non pervenuto il Movimento 5 stelle, che pure nel 2013 aveva candidato Giuseppina Turchio.