Mentre la festa di Sant’Agata si avvicina – mancano meno di due mesi – al centro della cronaca torna il comitato per i festeggiamenti, l’organismo espressione della chiesa e del Comune di Catania. Oggetto del contendere le dimissioni di quattro componenti su sei: Rosalba Panvini, Grazia Banna, Santa Barresi e Maurizio Magnano di San Lio. […]
Comitato festa di Sant’Agata. Lasciano in quattro. Curia e Comune individuano sostituti
Mentre la festa di Sant’Agata si avvicina – mancano meno di due mesi – al centro della cronaca torna il comitato per i festeggiamenti, l’organismo espressione della chiesa e del Comune di Catania. Oggetto del contendere le dimissioni di quattro componenti su sei: Rosalba Panvini, Grazia Banna, Santa Barresi e Maurizio Magnano di San Lio. Un passaggio, quest’ultimo, che da un lato ha lasciato diversi interrogativi sulle motivazioni ma che in concreto, regolamento alla mano, ha fatto traballare la stessa tenuta del comitato essendo venuta meno la maggioranza dei componenti. A fare rientrare la situazione ci hanno pensato l’arcivescovo Luigi Renna insieme al commissario di palazzo degli Elefanti Federico Portoghese.
Ieri, al posto dei quattro componenti, sono stati scelti dei nuovi membri. Si tratta di Orazio Bonaccorsi, dell’avvocato e professore ordinario di Diritto costituzionale Agatino Cariola e con loro il giurista Giovanni Di Rosa e l’ex assessora al Comune di Catania Cinzia Torrisi. Confermata nel ruolo di presidente l’imprenditrice e stilista Marella Gennarino. Nella giornata in cui è scoppiata la questione comitato, il commissario del Comune aveva inviato una nota ufficiale alle forze dell’ordine, alla prefetta Maria Carmela Librizzi, e alla presidente Gennarino, in cui si evidenziava un «preoccupante rallentamento per gli atti ritenuti indifferibili e urgenti, che potrebbero porre in pericolo il buon fine della festa di Sant’Agata con devastanti ripercussioni per la città», si legge nel documento. Nella stessa nota si ricordavano anche «le dirette responsabilità che potrebbero sfociare in un disservizio pubblico». Pericolo che però, almeno per il momento, sembra essere rientrato.
Foto di Salvatore Puccio