Due giorni fa, è scaduto l'ultimo termine per la presentazione delle domane relative alla ristrutturazione dell'edificio patrimonio Unesco di via Crociferi. «Un appalto da 4milioni di euro, che dovrebbe durare 540 giorni», spiega Mirko Viola di Cittàinsieme, ricevuto questa mattina dalla commissione Beni culturali dell'Assemblea regionale siciliana, insieme a due esponenti del comitato ex studenti dell'Istituto d'Arte. Alla richiesta di chiarimenti sui ritardi nell'avvio dei lavori, si sono però sentiti rispondere che «i ritardi, di oltre 10 anni, sarebbero dovuti solo alla burocrazia»
Collegio dei Gesuiti, ex studenti all’Ars Mirko Viola: «Confermato l’avvio dei lavori»
«Abbiamo chiesto conferme sui tempi dei lavori di messa in sicurezza annunciati il mese scorso, ma soprattutto verifiche in ordine alle responsabilità per gli intollerabili ritardi che si sono accumulati in questi anni». Seguono la vicissitudini dell’ex Collegio dei Gesuiti, gli ex studenti dell’Istituto d’Arte di Catania, dismesso dal 2010. Questa mattina, per la prima volta dopo anni di sensibilizzazione sui destini dell’edificio patrimonio Unesco, sono stati ricevuti dalla commissione Beni culturali dell’Assemblea regionale siciliana, per porre le domande che da troppo tempo non trovano una risposta. A rappresentare le istanze di quanti chiedono chiarezza sul destino di uno dei monumenti simbolo della via Crociferi, Salvo Campo e Marco Di Stefano, membri del comitato Salviamo il Collegio dei Gesuiti e dell‘associazione CollegArt, insieme a Mirko Viola, in rappresentanza dell’associazione Cittàinsieme.
«Abbiamo avuto una buona notizia: la conferma che, dopo anni, la gara d’appalto è stata espletata, con ultimo termine il 27 gennaio scorso. Si attende adesso il nome della ditta vincitrice. I lavori dureranno 540 giorni», spiega Viola, che nel 2011 presentò il caso Collegio dei gesuiti a livello nazionale nella nota trasmissione tv Striscia la notizia. «Il finanziamento da 5 milioni e 422mila euro arriva dalla Protezione civile secondo la legge 433/91 per il terremoto del 1990. A questi se ne sommano altri 800mila circa reperiti in bilancio regionale. Degli oltre sei milioni totali a disposizione – continua Viola – solo un milione e 200mila sono stati finora utilizzati: 800mila per mettere in sicurezza la chiesa adiacente di San Francesco Borgia, e 400 mila per depositi e locali per la Biblioteca regionale». L’edificio è destinato a divenire sede della Biblioteca regionale, che attualmente trova spazio all’interno del’Università di Catania, più alcuni depositi a palazzo Carcaci in via Etnea. «I fondi per la ristrutturazione, a quanto ci ha riferito un tecnico del Dipartimento regionale Beni culturali, il dottor Domenico Mercurio – continua Viola – consentiranno da subito di lasciare i depositi di palazzo Carcaci in affitto. Ma dopo dovrà essere definito un ulteriore progetto per la destinazione finale».
Il costo totale dovrebbe essere di almeno 27 milioni di euro, come già anticipato a fine 2011 dall’allora direttore regionale del Dipartimento Beni culturali, Gesualdo Campo. «Abbiamo chiesto chiarezza anche su questi fondi disponibili: secondo quanto ci è stato riferito, si tenterà di recuperarli dalla Comunità europea, che per la programmazione 2014-2020 sta destinando molti fondi all’innovazione tecnologica», spiega Viola. Che, riguardo alle responsabilità dei ritardi di questi anni nell’inizio dei lavori, con fondi reperiti già nel 1997 e un progetto approvato nel 2003, ha ricevuto una risposta chiara: «Burocrazia, in sostanza. Negli anni le norme sono cambiate, con conseguenti modifiche al progetto. E soprattutto pur avendo ricevuto la Regione i fondi, questi non sono mai stati resi disponibili», conclude il giovane esponente di Cittàinsieme.