La natura umana derisa e messa a nudo da due registi che perdono ai botteghini come i loro attori hanno perso nella vita
Ciprì e Maresco, il cinema dei perdenti
Si è svolto nel corso del mese di maggio nellaula 67 del ex-Monastero dei Benedettini il cineforum dedicato al cinema di Ciprì e Maresco. Lappuntamento settimanale, organizzato dalla Associazione culturale Cineforum Amarcord, ha visto un ottimo riscontro di pubblico e cosa più importante ha dato la possibilità a tanti di scoprire il cinema secondo gli autori palermitani.
Durante la rassegna sono stati proposti i due lungometraggi Lo zio di Brooklin e Totò che visse due volte e una serie di cortometraggi tra i quali Enzo, domani a Palermo! e quelli di Cinico TV, forse più noti perché trasmessi a Blob su Rai 3.
Le due parole chiave del cinema di Daniele Ciprì e Franco Maresco sono sperimentazione e sovversione. Stravolgendo le regole, prendono a schiaffi il comune senso del pudore e tutte quelle belle facce del cinema e della televisione dei Grandi. Quella che li contraddistingue è una poetica del Brutto: corpi sfatti e mutilati, paesaggi post-apocalittici, linguaggio cinematografico sterile e tempi dilatati inverosimilmente.
Attori non professionisti, rigorosamente tutti uomini, dai corpi aberranti, obesi e seminudi, recitano situazioni deliranti e assurde e creano un clima tra il comico e il demenziale. Suscitando, però, alla lunga, orrore e disgusto: lilarità iniziale lascia spazio ad un vago senso funereo, dopo inni alla masturbazione, alla pornografia e a frasi senza senso ripetute decine di volte.
Quello che Ciprì e Maresco ci dicono è che la razza umana è un immenso immondezzaio sullorlo dellestinzione. Il loro cinema, molto personale e coerente, con la sua mostruosa galleria di proverbiali personaggi, ci inquieta con elementi spiazzanti e grotteschi.
Marco Giusti, uno degli autori di Blob, ha detto di loro:
Ciprì e Maresco ci hanno fatto capire che con la mafia e il degrado urbano si può convivere.
C’è più saggezza, realtà, felicità e voglia di fare cinema nei loro video che nei film di chiunque altro in Italia.
Ostacolati ma richiesti, amati ma querelati, i due registi palermitani rappresentano il cinema.
Che sia il cinema con la c maiuscola lo stabilirà solo il tempo. Per adesso le loro frattaglie sono considerate da molti il vero cinema italiano, diverso dalla fiction televisiva che arriva nelle nostre sale.