È il numero degli articoli pubblicati su Step1 dal giorno della sua nascita. Una media di millle all'anno. Ma non c'è tempo per stappare lo spumante: il futuro di questo giornale dipende in gran parte dalle risposte concrete che l'editore darà alle richieste della redazione
Cinquemila
Oggi Step1 taglia un importante traguardo: questo articolo porta il numero 5.000. Inchieste, reportage, video, interviste, recensioni: ne abbiamo fatte e scritte di ogni colore, in questi cinque anni. Sempre guidati dalla passione, dall’entusiasmo e dalla voglia di crescere, di trovare il nostro linguaggio, la nostra voce.
Siamo sulla strada giusta? A giudicare dall’attenzione con cui Step1 viene accolto, non solo dentro l’Università e non solo a Catania, sembrerebbe di sì. I traguardi, però, portano sempre con sé il rischio delle celebrazioni. Rischio ancora più grande se si arriva sul filo di lana in una data come quella di oggi. È un rischio che vogliamo evitare. Sia perché sappiamo che il nostro giornale ha ancora bisogno di crescere, di imparare, di diventare adulto. Sia perché non sappiamo ancora quante possibilità avremo di farcela.
Step1, la scorsa estate, ha formulato una serie di precise richieste al suo editore. Richieste minime e ragionevoli per un giornale che – benché scritto da studenti – ha sempre coltivato l’ambizione di confrontarsi non solo con l’informazione universitaria, ma con l’informazione senza aggettivi. Un’ambizione che, a Catania, sarebbe del resto insensato non coltivare. Alcune di queste richieste (la nomina del direttore, ad esempio) sono state soddisfatte. Per altre – la maggior parte – c’è finora un impegno sottoscritto dal Preside, ma i fatti concreti devono ancora arrivare. E, senza questi fatti, non è facile parlare al futuro.
È anche per questo che, all’articolo numero 5.000, non ci sono bottiglie da stappare o nastri da tagliare. C’è solo da rimettersi a lavorare per costruire, nel modo migliore possibile, un prodotto che sia il più possibile degno di esser chiamato un giornale. Mettendoci tutte le nostre forze, facendo al meglio la nostra parte. E sperando che anche gli altri facciano la loro.