Cimitero, dai giovani fiorai la raccolta punti «Regaliamo orchidee ai clienti più fedeli»

Non è soltanto un modo per combattere la crisi a suon di crisantemi, è anche una lezione di marketing singolarmente «cimiteriale». Rosy Giuffrida e Vincenzo Bongiovanni, 21 e 23 anni, con la loro raccolta punti – a pochi metri dai tre cancelli d’ingresso al Cimitero di via Acquicella di Catania – hanno dato una svolta alla loro attività professionale. Che è quella di fiorai, ça va sans dire. L’iniziativa, partita a novembre 2013, corre di bocca in bocca per mezzo di un bigliettino con gli spazi da riempire: ogni dieci timbrini, cioè ogni dieci acquisti di fiori da Vincenzo e Rosy, un’orchidea è in omaggio. «Indipendentemente da quanto un cliente spende – racconta lei, mentre tiene in braccio un bimbo di neanche due mesi – timbriamo il suo biglietto per fargli accumulare punti». Il cliente medio spende in fiori cinque euro, «ce ne sono alcuni che in un mese vincono l’orchidea, perché tornano sempre da noi a comprare i crisantemi, le rose, gli iris e i tulipani». E Vincenzo continua: «Magari la gente viene perché trova originale l’idea della raccolta, però poi torna perché tentiamo di curarla al massimo delle nostre possibilità: siamo sempre gentili, disponibili 24 ore su 24 per matrimoni e funerali, e visto il posto in cui ci troviamo siamo anche un po’ psicologi».

E se Vincenzo ha continuato sulla strada tracciata dalla sua famiglia («Sono nato tra i fiori», ride), per Rosy, diplomata all’istituto alberghiero, è stata un’esperienza del tutto nuova. «Abbiamo deciso di sposarci giovanissimi, dopo le superiori – ricorda – E avendo visto la crisi che c’era nel settore della ristorazioni Vincenzo ha messo da parte i soldi e mi ha fatto questo regalo». «Non volevo che mia moglie rimanesse a casa – precisa il giovane, che continua – Per fortuna a lei il lavoro di fioraia è piaciuto subito». «Siamo partiti da zero – dice Rosy – Non ci ha aiutati nessuno e ci sono volte che per pagare le tasse ci leviamo il pane dalla bocca, ma per noi è importante essere in regola, nonostante il nostro sia un settore pieno di abusivi».

Bancarelle in nero, che vendono fiori accanto a chi ha acquistato il suo spazio. «Non essere in regola significa che tutto quello che guadagni lo puoi spendere per te, chi è regolare invece deve fare i conti con un sacco di spese, che ti lasciano con quello che ti basta al massimo per vivere – lamentano – Ma noi siamo entrati nell’ottica per cui tutto quello che facciamo, e che paghiamo, darà un futuro onesto a nostro figlio, e solo questo è importante». Nonostante le difficoltà, e sebbene «l’ambiente dei fiorai al cimitero è fatto di persone più grandi di noi, e pure nelle piccole attività i giovani vengono ostacolati e crescere non è facile».

L’obiettivo di Rosy e Vincenzo non è quello di aprire negozi o nuove attività: «Non abbiamo manie di grandezza, non possiamo neanche permetterci un po’ di pubblicità – concludono i due – Speriamo che la nostra fortuna siano la disponibilità e la qualità del servizio: regaliamo un fiore a tutti, abbiamo le divise per trasmettere serietà, e se i nostri garofani durano tanto nei vasetti davanti alle tombe i parenti dei defunti se ne accorgono e non cambiano fioraio».


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Rosy e Vincenzo, 21 e 23 anni, si sono sposati un anno fa e hanno appena avuto un figlio. Ma da dopo il diploma gestiscono insieme una bottega di fiori a pochi metri dai tre cancelli di via Acquicella. Dietro al loro biglietto da visita c'è una griglia da timbrare: per ogni acquisto un contrassegno, al decimo arriva un omaggio. Una sorta di raccolta punti «cimiteriale», in un settore in cui tra abusivi e ostacoli «si guadagna il minimo per vivere»

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