Chiude il Teatrino delle Beffe di Ludovico Caldarera «Non sono riuscito a lottare contro i mulini a vento»

«Chiuso! E stavolta per sempre». Sembra convinto di quanto deciso, questa volta, Ludovico Caldarera, fondatore e principale animatore soprattutto del Teatro delle Beffe di via De Spuches a Palermo, punto di riferimento per l’intrattenimento dedicato a bambini e ragazzi e aperto dal 2001. Un luogo dove proprio i più piccoli si sono messi in gioco in prima persona, tra laboratori, attività artistiche e la recitazione. Ma sembra arrivato il momento di dire basta. «Per davvero e senza appelli. Ringrazio tutti voi che in tutti questi anni siete “passati” da qui e avete dato vita a questo minuscolo, per me grandissimo, spazio ed ero così felice quando qualcuno faceva le prove o si faceva uno spettacolo….mi piaceva…mi piace pure ricordare», scrive Caldarera sul suo profilo social, dove ha annunciato la sua decisione ad amici e colleghi. Ed è tanto il dispiacere che si è subito generato.

«Qualche anno fa avevo scritto già che ero costretto a chiudere perché non riuscivo più a sostenere le spese (ridicole) di gestione, e siete stati in tantissimi solidali – continua -, in tre mesi abbiamo fatto quasi 60 spettacoli ai quali tutti hanno partecipato gratuitamente. E poi il crowdfunding…uguale. Ma adesso è veramente arrivato il momento di dire basta. Sono stanco». Non ce la fa più, lui che è il motore primo di questo posto, a faticare per ogni spesa da affrontare. A dover sempre tirare la cinghia e stringere i denti, a dover chiedere ancora. «Nella vita reale per alcuni momenti mi sentivo un Don Chisciotte, forse lo sono stato. Ma adesso no, il vero Don Chisciotte aveva le palle, più palle di me – scrive -. Non me la prendo con nessuno, ma solo con me che non sono riuscito a lottare contro i mulini a vento. Certo, io non sono Don Chisciotte». Assente, in tutti questi anni, l’amministrazione comunale, alla quale spesso Caldarera si è rivolto per poter fronteggiare soprattutto le spese per l’affitto del teatro, senza ottenere mai nulla tranne che il silenzio.

È un congedo amaro, insomma, che ha scatenato in pochissimo tempo le reazioni di amici e colleghi. Ma anche alcune ineluttabili constatazioni. «Oggi è un giorno triste. Ludovico Caldarera ha annunciato la chiusura del suo piccolo spazio teatrale di via De Spuches – commenta anche Pino Apprendi, presidente dell’associazione Antigone -. Uno spazio culturale storico che era sopravvissuto a tante difficoltà e che aveva accolto tanti artisti, oltre allo stesso Ludovico, e tanto pubblico. Spero in una concreta mobilitazione per evitare che anche nel teatro ci siano vittime di serie A e vittime di serie B». Sconfitta anche nel commento di Cocò Gulotta, bottegaro – come ama definirsi -, del gruppo Bottega Retrò. «Effettivamente, mi hanno fatto notare che alla notizia della CHIUSURA del Teatrino delle Beffe di Ludovico Caldarera non c’è stata la mobilitazione di artisti e operatori culturali vari cui abbiamo assistito in altre recenti occasioni analoghe… Perché?», si domanda il cantautore.

Nell’ambiente, però, in molti si sono fatti avanti, oggi come già in passato, per dare una mano a Caldarera e al suo teatrino. Gesti sempre molto apprezzati, «mi sento pure a disagio per questo, davvero – dice però lui -. Perché non posso sempre ricorrere a questo per farcela, significherebbe risolvere i problemi solo per un certo tempo e nei mesi successivi essere di nuovo punto e a capo, che senso avrebbe? Ho ricevuto molte telefonate, ma il problema è che non è una cosa sicura, questa, non può essere per sempre». Racconta che in passato aveva chiesto anche solo che gli si pagasse l’affitto, mentre lui avrebbe gestito il resto delle spese che comporta un luogo come un teatro, «una sorta di convenzione, insomma. Ma non è stato mai fattibile». Un’idea potrebbe essere quella di spostare il teatrino in un posto da affidare interamente a Caldarera, per eliminare l’incombenza dell’affitto da pagare di mese in mese. «Ma questo le istituzioni non lo faranno mai – sostiene lui -, non la vedo come una soluzione realizzabile. Forse si potrebbe in un bene confiscato alla mafia, ma in genere si prediligono altre realtà o associazioni socioculturali diverse e poi, anche se fosse, i costi per rimettere in piedi un luogo in stato di abbandono sarebbero notevoli».

Un posto di cultura, non di intrattenimento fine a se stesso, come tutti i teatri del resto, che muore quindi così. Nel paradossale silenzio istituzionale e civile. «Io non sono uno che fa casino, uno che si incatena da qualche parte per protestare – dice -, quello che dovevo dire l’ho detto e la solidarietà di amici e colleghi è stata tanta. Può esistere un luogo come un teatro che viva senza alcun contributo o sostegno? Sarebbe impossibile campare. C’è tanta rabbia in me, si tratta davvero di cifre ridicole». Intanto, le parole più belle arrivano proprio da chi quel palco lo ha condiviso e vissuto insieme a Caldarera.

«Ci siamo riuniti attorno alla creatura che gemeva, le abbiamo regalato sussulti di vita meritandoci altre ore di gioia. Ma una solitudine di ferro non può essere raggiunta, e ci sono anime a cui i portoni non interessano – scrive Marco Bisanti -. Accettare che ogni cosa dura una stagione è impossibile anche per chi ha sempre vissuto nel furore di stagioni fugaci. Non ci sono amori nuovi a soffocare la mancanza dell’altro: l’altro è irripetibile e noi – se siamo bravi, se abbiamo ancora vita dentro – diventiamo contenitori magici della sua storia che si chiude. Così racconteremo la storia del Teatro Delle Beffe di Palermo, per suscitarne il patrimonio artistico, la sua vitalità creativa nella fantasia di chi non è mai stato in questo spazio che dopo trent’anni smette di esistere, nell’anno in cui la nostra città civile è Capitale della cultura. Ennesima beffa: sia pure, è il nostro stile, inutile ogni accanimento (terapeutico per il teatrino, rancoroso per le istituzioni)». Parole dolci ma anche pesanti, congedo definitivo da un luogo di cui non siamo stati capaci di prenderci cura.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Lo spazio di via Despuches sembra fermarsi definitivamente. Questo l’annuncio dei giorni scorsi del direttore artistico e fondatore, che non riesce più a sostenere le spese. Tanta la solidarietà di amici e colleghi. Apprendi: «Spero in una concreta mobilitazione per evitare che anche nel teatro ci siano vittime di serie A e vittime di serie B»

Lo spazio di via Despuches sembra fermarsi definitivamente. Questo l’annuncio dei giorni scorsi del direttore artistico e fondatore, che non riesce più a sostenere le spese. Tanta la solidarietà di amici e colleghi. Apprendi: «Spero in una concreta mobilitazione per evitare che anche nel teatro ci siano vittime di serie A e vittime di serie B»

Lo spazio di via Despuches sembra fermarsi definitivamente. Questo l’annuncio dei giorni scorsi del direttore artistico e fondatore, che non riesce più a sostenere le spese. Tanta la solidarietà di amici e colleghi. Apprendi: «Spero in una concreta mobilitazione per evitare che anche nel teatro ci siano vittime di serie A e vittime di serie B»

Sarà un 2026 di sogni, finalmente realizzati, per i segni d’acqua – Cancro, Scorpione e Pesci -, con un’oroscopo che rispetta la loro natura profonda e affettiva. Un anno intenso per il Cancro, che apre subito con la sua Luna e realizza un desiderio d’amore. Sentimento finalmente acchiappato, nel prossimo anno, anche dallo Scorpione, logorato […]

Per voi Cancro, il 2026 è un anno molto intenso e l’oroscopo inizia subito a farvelo capire con una forte connotazione romantica. Sarà il primo regalo per voi della vostra Luna che – con la sua tenerezza e il suo senso protettivo per gli affetti – ricompenserà le vostre aspettative. Vediamo come, stagione dopo stagione, […]

Abbiamo già parlato di bollette. E di come, da costo pressante per le imprese, possa essere affrontato con una strategia. Purché efficace. Con strumenti come il bando Sicilia efficiente (trovi i consigli qui), per ridurre in maniera strutturale il costo dell’energia e finanziare l’investimento con un contributo a fondo perduto significativo. Ma c’è un aspetto […]