Zamparini, che in attesa del closing è ancora il proprietario del club rosanero, scommette sulle potenzialità del tecnico trevigiano proveniente dal Pordenone (Lega Pro), club con cui ha raggiunto due semifinali playoff. Utile e formativa l'esperienza nelle Nazionali azzurre Under 16 e 17
Panchina, il Palermo ha scelto Tedino Un allievo di Sacchi pronto al grande salto
Le parole di Zamparini, in attesa dell’ufficialità, equivalgono a una conferma: nella prossima stagione l’allenatore del Palermo sarà Bruno Tedino, uno dei più quotati nel panorama dei tecnici emergenti. Il nuovo timoniere della compagine rosanero, trevigiano classe 1964 scelto dal patron friulano, è in cerca della definitiva consacrazione dopo tanti anni di gavetta e nel capoluogo siciliano avrà la possibilità di mettere al servizio della squadra un ricco bagaglio di esperienza maturato soprattutto in serie C (San Donà, Sudtirol, Novara, Pistoiese, Sangiovannese) e in diversi settori giovanili di club veneti. La sua corazza, che ha iniziato a costruire dall’età di 22 anni subito dopo avere appeso le scarpette al chiodo a causa di un infortunio, è stata irrobustita nel 2013 dall’ingresso nei quadri tecnici federali in qualità di allenatore della Nazionale Under 16 (stagione 2013/14) e Under 17 (2014/15) con la quale ha ottenuto l’accesso alla fase finale del campionato Europeo di categoria e nella quale ha valorizzato giovani talenti come i «milanisti» Donnarumma e Locatelli e come Lo Faso, jolly offensivo classe 1998 legato al Palermo da un contratto fino al 2021.
Nelle ultime due stagioni Tedino ha allenato in Lega Pro il Pordenone, squadra con cui è arrivato per due volte consecutive alla semifinale playoff persa prima contro il Pisa di Gattuso e qualche giorno fa contro il Parma al culmine di una sfida (vinta dai ducali ai calci di rigore in gara unica a Firenze) condizionata da discutibili decisioni dell’arbitro. Caratteristiche di Tedino? Sviluppo della manovra palla a terra e gestione della fase di non possesso sono i punti cardine della filosofia del neo-tecnico rosanero che predilige il modulo a rombo (4-3-1-2) e che si ispira a due tecnici prestigiosi: Sacchi, ex supervisore delle rappresentative giovanili azzurre e suo sponsor grazie alla segnalazione di Viscidi, e Guardiola. Modelli a cui farà riferimento anche sulla panchina del Palermo ma, facendo leva ad esempio sugli errori commessi da un’altra scommessa come De Zerbi, l’ex tecnico del Pordenone (società con la quale lo scorso dicembre aveva rinnovato il contratto fino al 2019) dovrà essere in grado di adattare il suo credo calcistico al nuovo contesto in cui sarà chiamato ad operare e alle caratteristiche dei giocatori che la società gli metterà a disposizione.