«Se vi becco a gruppi di due o tre persone abbracciati romanticamente: multa. Non sono consentiti baci, non sono consentiti abbracci, non è consentito fare altro». Il primo cittadino di Messina Cateno De Luca, nella sua ultima diretta social, imita il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte – con tanto di abito blu e alle spalle una interprete della lingua italiana dei segni – per spiegare come sarebbe stato il suo decreto per la fase 2 dell’emergenza coronavirus.
Il sindaco-sceriffo detta regole di vita non solo pubbliche, ma anche private. «Per ora dobbiamo essere in astinenza al cubo – dice il primo cittadino con un tono piuttosto acceso – Guai a chi viola l’ordine dell’astinenza. Si va a pescare da soli. E anche a casa bisogna stare distanti almeno un metro, anche a letto. Visto che il mio sosia (il premier Conte, ndr) non ha avuto il coraggio di dirvelo, ve lo dico io: fino al 31 ottobre astinenza».
Un’incursione nelle case – e nelle camere da letto – dei messinesi che Scateno fa per contestare l’ultimo provvedimento governativo che «è figlio del vorrei ma non posso – commenta – Noi a Messina abbiamo, invece, deciso di decidere: non accetto il Dpcm entrato in vigore con queste scadenze scriteriate». Intanto, De Luca ha fatto sapere che la città di Messina «non si adeguerà alle disposizioni dettate dal presidente Nello Musumeci».
Quella a cui il primo cittadino peloritano non si allinea è l’ordinanza regionale in cui si autorizza l’apertura di cimiteri, attività di tolettatura per animali, pesca sportiva, spostamento imbarcazioni, sistemazione delle strutture balneari e pulizia spiagge, aperture circoli e società sportive per attività all’aria aperta. «Queste attività – sottolinea il sindaco – non sono previste nel decreto del governo, anzi si pongono in aperto contrasto». Su questo, il primo cittadino ha inviato un quesito al premier Conte e «fino a quando non riceverò risposta – aggiunge De Luca – a Messina non apriremo nulla che sia oggetto di violazioni delle disposizioni normative e che esporrebbero i titolari a contravvenzioni e sospensione dell’attività».
Altro punto critico riguarda la possibilità di fare rientro nella propria abitazione, residenza e domicilio prevista dall’ultimo decreto e che invece è esclusa per la Regione Siciliana. Il sindaco tira in ballo di nuovo Si passa a condizione, la banca dati che aveva attivato per registrare gli ingressi nell’Isola. Una misura che, dopo il parere negativo del Consiglio di Stato, è stata annullata dal governo. «Anche su questo – puntualizza De Luca – attendo un chiarimento dal presidente Conte, per non dovere assistere nuovamente all’esodo di massa di persone che, giunte a Villa San Giovanni, non sapranno se potranno raggiungere la Sicilia o se verranno trattenute sul suolo calabro, come già accaduto»
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