Mare e granite. Agli ultimi scampoli d'estate, sono queste le due cose che la catanese Elena Caruso salverebbe della sua città. Ma per una settimana al massimo. Gli altri giorni, invece, non ne può più di vivere in un luogo in cui bisogna fare attenzione a ladri, scippatori, molestatori e aggressori di vario tipo. Tra cui i cani randagi. Ecco il suo sfogo dopo aver ritrovato per la seconda volta la propria auto scassinata, costringendola a restare a piedi nel cuore della notte
Catania vista da una giovane cittadina «Come nel West, tra insicurezza e inciviltà»
Per vivere a Catania devi essere John Wayne o Calamity Jane.
Sì, certo Catania è bellissima, ma va bene una settimana di granite e mare. Per il resto vivere a Catania è sperimentare la bolgia infernale in terra, senza trapassare.
In pochi anni ho fatto incetta di episodi che o mi hanno riguardata direttamente, o hanno visto coinvolgere persone a me molto vicine.
Per esempio, uscire a sera, magari dopo una giornata di lavoro, più che un momento rilassante diventa una scelta coraggiosa, soprattutto se abbigliati senza armatura, ma in maglietta e pantaloncini. Il coraggioso o la coraggiosa che decide di entrare nel campo di battaglia (Catania) dovrà infatti misurarsi con scippatori, molestatori, aggressori di varia natura (quando non umana, ci sono branchi di cani randagi che pascolano per la città a sera nelle piazze e vie principali) e infine ladri di automobili, che si aggirano sfrontatamente per le strade illuminate e frequentate della città.
Fatti ed eventi che non dovrebbero verificarsi assolutamente, o quantomeno verificarsi in modo isolato, sono invece nella quotidianità di chi vive a Catania. Uno degli elementi da mettere in conto, insieme al mare e alle granite sopracitate. Per quanto mi riguarda sono disposta a rinunciare a tutto questo. Non voglio trasformare la mia tranquilla scelta di andare al cinema alla sera, in un’avventura per i sentieri selvaggi.
E dire che credevo di aver lasciato il West.