I lavori di restauro del celebre monumento sono completi. A riconsegnarlo alla città, durante una cerimonia, sono stati il sindaco Enzo Bianco, il direttore dell'Accademia di Belle Arti etnea Virgilio Piccari e la soprintendente ai Beni Culturali Fulvia Caffo. «Il dio Amenano non ne poteva più di essere coperto dal lenzuolo»
Catania, svelata la Fontana dell’Amenano «I catanesi siano paladini del patrimonio»
«Nel cuore di una delle piazze più belle d’Italia uno dei suoi simboli viene oggi restituito ai cittadini e ai turisti». Ad affermarlo è il sindaco di Catania Enzo Bianco all’apertura della cerimonia di presentazione della Fontana dell’Amenano restaurata dagli studenti dell’Accademia di Belle arti etnea. «La pietra del bene nel corso degli anni era diventata prima grigia e poi nera, e non ne potevo più di vedere l’Acqua o linzolu ridotta in quel modo», spiega il primo cittadino. Che prosegue: «Grazie all’Accademia diretta da Virgilio Piccari e alla coordinazione della Soprintendenza ai Beni culturali etnea adesso Catania possiede di nuovo uno di quelli elementi in cui si identifica insieme al Liotro». A presiedere la cerimonia di svelamento del monumento realizzato nel 1864 dallo scultore napoletano Tito Angelini ci sono l’assessore alla Cultura Orazio Licandro, Piccari e la soprintendente Fulvia Caffo. Ma anche gli studenti dell’Accademia, che hanno effettivamente lavorato al recupero del bene.
«L’Acqua o linzolu nella seconda metà dell’Ottocento è costata alla città di Catania 26 mila lire e lo scultore che l’ha realizzata era molto importante per l’epoca, così come Filippo e Pietro Bardi che lo affiancarono realizzando i due tritoni», spiega Piccari alla calca di gente che si crea in piazza Duomo. «Il restauro di questo monumento non è costato un euro al Comune. Gli unici soldi sono stati spesi per l’acquisto di una telecamera che monitorerà la fontana anche di notte», afferma Bianco. Le ragioni della misura riguardano la salvaguardia del monumento, sebbene Piccari abbia tenuto a precisare come «i catanesi stessi devono diventare i primi paladini di un patrimonio del genere». Si dice soddisfatta dei lavori anche la soprintendente Caffo, che commenta: «Ricordiamoci che l’acqua della Fontana ha un percorso sotterraneo che ci lega all’Etna, e di tutte le storie e i miti a essi collegati dobbiamo essere testimoni».
La cerimonia di consegna della Fontana dell’Amenano è stata scandita da brani belliniani suonate dall’orchestra di archi dell’Istituto musicale Vincenzo Bellini. A precedere il concerto la consegna da parte del sindaco di attestati di partecipazioni ai lavori sul bene agli studenti dell’Accademia. «Abbiamo iniziato a lavorare sul monumento a febbraio a cadenza quotidiana dal lunedì al venerdì, almeno in quattro persone al giorno», racconta la studentessa Laura La Rosa. Che prosegue: «È stata un’esperienza formativa di grande crescita e il lavoro è stato stimolante. Purtroppo durante il mese di febbraio abbiamo rallentato gli interventi a causa delle piogge ma poi è andato tutto per il meglio». I lavori in cantiere hanno riguardato «pulitura con impacchi per ammorbidire croste e patine e poi siamo passato a interventi meccanici usando bisturi», conclude.