Catania, Sannino si prepara alla battaglia «Ci vuole una squadra tosta e coesa»

Le gare della sesta giornata di serie B sono in corso quando giornalisti e telecamere entrano nella sala stampa di Torre del Grifo. Il Catania giocherà solo domani, domenica, contro il Pescara. La conferenza di vigilia tenuta dall’allenatore, Giuseppe Sannino, slitta quindi all’insolito sabato pomeriggio. Insolito è anche il piglio del protagonista, appena seduto è come non vedesse l’ora di alzarsi per andar altrove: cupo, col fare di chi è arrabbiato, amareggiato ma non può darlo a vedere. Figurarsi quindi l’umore nel trovarsi di fronte a telecamere e microfoni.

Quale la ragione? Nessuna certezza ma una ipotesi: «Non è ancora il Catania che vorrei. A Crotone è vero, avremmo meritato i tre punti, ma parlare di sfortuna non so quanto sia pertinente. Sul finale ci siamo abbassati troppo, mentre io vorrei sempre una difesa alta. Al primo errore, puntuale è arrivata la punizione che non manca mai in questo periodo». Qual è il rimedio? «Ci servono certezze, ma viviamo un momento di tale difficoltà che forse da fuori non viene colto nella giusta dimensione». Si spieghi meglio. «Son qui da dieci giorni, che possono esser tantissimi sotto certi aspetti ma pochissimi sotto altri». Ancora un po’ meglio: «Ho potuto lavorare pochissimo con tre partite in rapida successione, inoltre esser costretti ad adattare giocatori in questo o quel ruolo non contribuisce a dar certezze a questa squadra, ed è quel che più le serve».

Ma questa è la situazione già nota a Sannino dal suo arrivo. Cosa, allora, può aver fatto la differenza tra l’allenatore carico di dieci giorni orsono e quello apparso nel pomeriggio in sala stampa? Parliamo di recuperi: «Non recupera nessuno». Però ha recuperato (credevamo) Almiron: «Basta creare illusioni!». E’ la risposta che nessuno s’aspetta. Che è successo? «Almiron attende da un anno e mezzo di mettersi a disposizione della squadra. Parlare del suo recupero o non recupero rischia di innescare un circolo vizioso». Ci son novità sulle sue condizioni: «Di lui non voglio parlare. Aggiungo solo che la prossima volta che lo vedrete nell’elenco dei convocati significherà che è tornato ad esser un giocatore che può dare il suo contributo al Catania». Il che non fa sperare nulla di buono in previsione delle prossime gare.

Vero, ci si dimentica quasi che domenica il Catania affronterà il Pescara: «Una squadra tosta. Che come noi vorrà riscattare un inizio non all’altezza delle aspettative. Non so se sarà un bene od un male per noi scendere in campo conoscendo già i risultati delle avversarie. Può esser definita una sfida tra deluse». Quale obiettivo? «Non perdere, non prendere gol, esser una squadra equilibrata. Poi vorrei tanto che anche un solo episodio girasse per il verso giusto. Spero che arrivi il primo sorriso della stagione, noi faremo di tutto per riuscire a regalarlo ai tifosi». Che Catania dovrà essere? «Serve l’atteggiamento giusto, riuscire a metter in campo coesione, sacrificio, più quel qualcosa che ancora non abbiamo mostrato ai nostri tifosi». 

 


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