Intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e videoregistrazioni. Questi gli elementi decisivi dell’operazione Terzo capitolo. Stamattina a Catania la polizia ha eseguito 31 provvedimenti, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Per 23 persone custodia cautelare in carcere, per sette l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, per una di presentazione alla polizia giudiziaria. L’indagine – […]
Catania, la gestione familiare della piazza di spaccio a Librino: l’androne come market della droga
Intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e videoregistrazioni. Questi gli elementi decisivi dell’operazione Terzo capitolo. Stamattina a Catania la polizia ha eseguito 31 provvedimenti, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Per 23 persone custodia cautelare in carcere, per sette l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, per una di presentazione alla polizia giudiziaria. L’indagine – supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e anche da videoregistrazioni – ha fatto acquisire alle forze dell’ordine elementi a carico di un gruppo dedito al traffico e allo spaccio di droga. Da anni il gruppo gestirebbe una grossa piazza di spaccio nel quartiere Librino, storicamente presidiato da esponenti del clan mafioso Arena.
Per l’accusa i responsabili della piazza di spaccio sarebbero i due «Turchetti, che avrebbero agito come uomini di fiducia di Massimiliano Arena, attualmente detenuto». Nella loro zona – considerata «una delle principali enclave di spaccio» di Catania – sarebbero state vendute ogni giorno ingenti quantità di cocaina, crack, marijuana e skunk. Questo tramite un articolato sistema di pusher, vedette, custodi della droga e responsabili della piazza. Secondo la polizia, la droga «sarebbe stata confezionata a casa di Elisabetta Toscano, 69 anni, per poi essere venduta per lo più all’interno dell’androne di un palazzo del rione Librino».
Secondo la Direzione distrettuale antimafia, la cassa del gruppo «sarebbe stata tenuta da Liliana Carbonaro, 55 anni, madre di Marco Turchetti». Il principale canale di approvvigionamento di cocaina e marijuana del gruppo sarebbe stata una delle articolazioni del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, storicamente dedito alla gestione del traffico e spaccio di droghe, che sarebbe attualmente capeggiata da Domenico Querulo, di 44 anni, detto Domenico da za’ Lina. «In origine il clan Arena era un’articolazione del clan Nizza, a sua volta articolazione del clan Santapaola-Ercolano. Gli elementi di indagine raccolti ci hanno portato ad accertare che opera in maniera autonoma», dice Antonio Sfameni, capo della squadra mobile di Catania. Durante le indagini dell’operazione Terzo capitolo sono stati complessivamente sequestrati 470 grammi di cocaina, 130 grammi di crack e tre chili di marijuana. In totale sono stati impiegati circa 200 agenti di polizia.
Le persone arrestate sono: Massimiliano Arena, 41 anni; Liliana Carbonaro, 55 anni; Filippo Crisafulli, 62 anni; Giuseppe D’Arrigo, 27 anni; Antonino Andrea Doni, 29 anni; Vincenzo Massimiliano Guardo, 47 anni; Carmelo Alessio Guerra, 32 anni; Claudio Guerra, 58 anni; Concetto Damiano Guerra, 36 anni; Emanuele Isola, 34 anni; Emanuele Lazzara, 30 anni, Vito Licandro, 42 anni; Massimiliano Maccarrone, 44 anni; Francesco Maugeri, 35 anni; Gaetano Monforte, 41 anni; Angelo Patanè, 32anni; Domenico Querulo, 44 anni; Salvatore Rizzo, 32 anni; Gaetano Sciuto, 23 anni; Elisabetta Toscano, 69 anni; Marco Truchetti, 30 anni; Rosario Turchetti, 57 anni; e Giuseppe Agatino Zuccaro, 32 anni. Alcune tra loro si trovavano già in carcere per altri reati. Del gruppo indagato farebbero parte Massimiliano Arena, 41 anni, Marco Turchetti, 30 anni, Rosario Turchetti, 57 anni, Angelo Patanè, 32 anni e Carmelo Alessio Guerra, 32 anni.