Il Comune di Catania ha deciso di vendere alcuni impianti sportivi alla società Catania Risorse. La città ancora una volta deve farsi carico dell'inefficenza del suo consiglio comunale
Catania non si batte per i suoi impianti sportivi, anzi li vende
I problemi in una città sono sempre all’ordine del giorno, spesso sono così tanti che un comune non riesce più a gestirli, ma sembra che tali dilemmi siano amplificati quando riguardano la nostra città. Frequentemente ci siamo occupati delle varie irrisolutezze che hanno afflitto e continuano ad affliggere Catania, questa volta ne affrontiamo una del tutto nuova ed inaspettata, che sicuramente farà storcere il naso a non pochi sportivi e dirigenti catanesi e siciliani che da anni sognano una città più disposta ad accogliere le loro richieste e ad allestire tutta una serie di impianti sportivi comunali che possano essere fruibili per tutti.
In tal senso la decisione che è stata presa in questi ultimi giorni dal Comune di Catania lascia la cittadinanza intera del tutto sconcertata, dato che il Consiglio Comunale ha deciso di vendere alcune strutture alla società “Catania Risorse”. Questa disposizione ha messo in forte allarme il mondo dello sport catanese, che chiama a raccolta l’opinione pubblica affinché, per protesta, si scelga, al posto della città etnea, un’altra provincia più sensibile ai problemi sociali e sportivi per ospitare la “Giornata nazionale dello sport” prevista per il 3 giugno.
La Giunta Provinciale CONI di Catania ha ricordato in questi giorni la grande battaglia di civiltà condotta lo scorso anno dal movimento sportivo e dalla società civile di Catania e ripensando all’ affermazione che aveva ultimamente rilasciato il sindaco, “non venderemo mai gli impianti sportivi”, sembra proprio che quella battaglia, intrapresa con grande determinazione, sia stata persa. Tuttavia la stessa Giunta si riserva una verifica della legittimità delle operazioni, dato che ancora manca il parere della Consulta Comunale dello sport, che in casi del genere, ai sensi della Legge Regionale 8/78 risulta essere obbligatorio.
Ricordiamo brevemente quali sono gli impianti in questione che rischiano seriamente di trasformarsi in strutture private o para-private: si tratta della cittadella sportiva di Nesima, del campo di calcio di Zia Lisa, del campo di calcio di Nesima e del campo sportivo Duca d’Aosta. Capite bene quanto siano indispensabili tali impianti per le zone citate e quanto possano risultare una grossa valvola di sfogo per tanti ragazzi che vogliano avvicinarsi al mondo dello sport, magari allontanandoli da quello, più pericoloso, della strada.
La Giunta incontrerà in questi giorni i capigruppo del Consiglio Comunale, la Commissione Consigliare allo sport ed i singoli consiglieri comunali, invitando ciascuno di loro a sottoscrivere l’impegno di non votare il conferimento degli impianti alla società “Catania Risorse”.
L’impresa non sarà facile ed a questo proposito l’assemblea provinciale del CONI di Catania ha dato appuntamento a tutti quei cittadini sensibili ai problemi giovanili ad essere presenti durante il Consiglio Comunale, con la speranza che qualcosa possa cambiare in favore della città e dei suoi abitanti, una provincia, quella etnea, che deve essere capace di farsi carico dei valori e delle necessità dello sport, inteso soprattutto a livello sociale, opponendosi a tutti coloro i quali ritengono lo sport soltanto come uno strumento per risanare i conti di un comune sull’orlo del fallimento.