Umberto D'ambrosio ha raccontato in una lettera aperta le difficoltà per tornare in Lombardia dopo le vacanze in Sicilia. La soluzione più economica è quella di Alitalia. «Come fanno i tanti siciliani monoreddito o i turisti che devono pure pagare per pernottare? E la musica non cambierà nei prossimi mesi»
Catania-Milano, per una famiglia costa 1200 euro «Docenti siciliani al Nord? Compagnie fanno festa»
«Carissime compagnie», inizia con queste parole la lettera aperta che Umberto D’Ambrosio ha scritto a MeridioNews. La vicenda, vissuta personalmente dal nostro lettore, riguarda le «spropositate e inspiegabili tariffe aeree applicate in coincidenza con i periodo vacanzieri». La sua disavventura inizia già al momento della prenotazione del volo quando c’è da inserire l’età di una delle due figlie. Storie ricche di disagi, su una delle tratte più comuni per i catanesi, quella per Milano, più volte raccontate dalla nostra testata, come la testimonianza di Maurizio Facchini, 23enne siracusano studente della Bocconi, e quella di Giorgio, un pendolare che nel 2014 per viaggiare verso il capoluogo lombardo aveva speso in pochi mesi mille euro.
Carissime compagnie,
in questi giorni leggo con vivo disappunto i commenti negativi di tanti utenti siciliani (ma credo anche continentali) in merito alle spropositate e inspiegabili tariffe aeree applicate dalle compagnie, soprattutto in coincidenza con i periodi vacanzieri. Vorrei raccontare anche io la mia disavventura vissuta con Alitalia proprio nell’ultima estate appena scorsa. Purtroppo, non potendo per motivi lavorativi e familiari prenotare con largo anticipo il volo, ho acquistato il biglietto soltanto all’inizio di luglio per il periodo dal 23 luglio all’8 agosto, valido per me, mia moglie e le nostre due figlie di due e cinque anni. Decido di effettuare la prenotazione attraverso il mio smartphone, non essendo a casa, certo di poter contare sul sito internet delle varie compagnie. Paradossalmente quella più economica per il suddetto periodo è l’Alitalia, partendo ovviamente a orari molto scomodi (per le bimbe, tra levatacce e rientri notturni). Procedo con l’inserimento dei dati e qui capita l’inconveniente: non riesco a inserire l’età della seconda figlia (che compie due anni proprio due giorni prima della partenza) nella fascia 2-12 anni, ma il sistema riconosce solo la fascia 0-2 anni, pertanto, con scarsa convinzione, e preoccupato di perdere ulteriore tempo a fronte di continui rincari dei biglietti, opto per la seconda soluzione (0-2 anni, anziché 2-12).
L’angoscia mi tira però un brutto scherzo, perché decido onestamente di contattare il numero clienti dell’Alitalia per chiarire l’iscrizione della seconda figlia con corretta età anagrafica. Espongo il problema all’operatrice (faccio presente che Alitalia non invia più il biglietto elettronico via email, ma bisogna annotarsi il codice da qualche parte), la quale mi redarguisce per l’errore commesso nell’inserimento dei dati, nonostante le faccia presente che il problema era legato al sistema del sito. Mi viene detto che avrei dovuto chiamare direttamente loro via telefono (con i costi che applicano), ma non fa in tempo a finire la frase che cade la linea, causa esaurimento credito del mio cellulare. Corro allora presso l’albergo in cui sto pernottando, e chiedo gentilmente di poter effettuare la telefonata al numero verde Alitalia. Trattandosi di un numero verde, non posso chiamare dalla camera, ma soltanto dalla reception, dove tuttavia la linea risulta molto disturbata con inevitabile allungamento della conversazione. Alla fine, dopo più di trenta minuti di telefonata, ovviamente a mie spese, riesco a rettificare la prenotazione, con esborso per volo A/R Linate-Catania pari a 1200 euro circa (a cui vanno aggiunti i soldi spesi per le telefonate).
Ora la mia considerazione è la seguente: a me è andata pure bene, visto e considerato che sia io sia mia moglie lavoriamo, che non abbiamo avuto altre spese di pernottamento perché locati presso la casa di mia madre, ma tale situazione come potrebbe essere affrontata dai tanti siciliani monoreddito, quelli in crisi economica oppure dai turisti che devono pure pernottare (e giustamente cambiano meta, scegliendo destinazioni più economiche)? Le compagnie aeree, nonostante il ribasso dei prezzi sui carburanti, dopo la fusione Alitalia-Ethiad, la cancellazione di AirOne, il ridimensionamento di Meridiana, le furbate delle low cost (spese extra legate a bagaglio e check-in), continuano a fare quello che vogliono sulle spalle dei poveri siciliani e con disastrose cadute economiche sul turismo. Come si fa a progettare un soggiorno in Sicilia con mesi e mesi di anticipo? E chi si trova davanti a un imprevisto legato a motivi familiari, deve sborsare anche fino a 500 euro per affrontare questo viaggio, in mancanza d’altro? È una emerita situazione vergognosa, che va posta all’attenzione delle istituzioni, delle associazioni dei consumatori e delle stesse compagnie che dovrebbero avere il buon cuore di applicare tariffe più umane, visto e considerato che l’indice di riempimento dei voli da e per la Sicilia è sempre molto alto.
A che pro? Per mantenere inutili voli Roma–Napoli oppure Roma–Firenze oppure Roma–Pisa, per le quali ci sono le valide alternative ferroviarie (impensabili per i siciliani)? E purtroppo la musica non cambierà nemmeno nei prossimi mesi, perché basta dare un’occhiata alle tariffe aeree da qui alle vacanze natalizie, specialmente in prossimità dei weekend o dei ponti festivi. Le compagnie infatti stanno già festeggiando gli effetti della riforma scolastica che ha costretto alla deportazione tantissimi docenti siciliani verso il Nord e che saranno costretti a sborsare altri euro per poter raggiungere i figli e le famiglie rimasti in Sicilia. E ciò sarà anche un problema di non poco conto per le tantissime società sportive che dovranno affrontare lunghi viaggi verso il resto d’Italia, così come già in passato fatto presente dai tanti presidenti delle suddette squadre, con il rischio di scomparire in categorie regionali. Altro che isolani, qui siamo davvero isolati da tutto e da tutti.
Umberto D’Ambrosio, Milano