L'Elzeviro intervista Pompeo Benincasa, direttore artistico della rassegna internazionale giunta alla sua trentacinquesima edizione. L'associazione, nonostante la solitudine politica e istituzionale, propone da anni un programma dal respiro internazionale, grazie ai fedelissimi del genere. Guarda il video
Catania Jazz, con 754 abbonati è primato europeo Protagonisti artisti provenienti da tutto il mondo
Pompeo Benincasa: un nome d’altri tempi. Forse è quello a dargli la grinta necessaria per combattere la travolgente fiumana del progresso, come un’ancora gettata sul fondale per salvare la nave dalla deriva. Pompeo Benincasa è l’intrepido nocchiero – fondatore e direttore artistico – di Catania Jazz. Il jazz si sa, è per pochi eletti, e lo si vuol far morire. Complotto ordito nelle fumose sale del Palazzo o semplice incuria da parte di politici sprovveduti?
Eppure il jazz a Catania sopravvive. Nutrendosi di talenti e risorse artistiche internazionali. E veramente ha un respiro globale la stagione concertistica di Catania Jazz: gli artisti ingaggiati vengono dal Brasile (Badi Assad), dai Paesi Bassi (Ben van Gelder), dal Portogallo (Carmen Souza), dalla Germania (Marialy Pacheco) e ovviamente anche dall’Italia (Kekko Fornarelli, Paolo Angeli). Tutto all’insegna della creolizzazione, il cui emblema è l’ircocervo assolutamente glocal costituito da Tonina Saputo: per metà palermitana e per metà africana, la cantante è nata sul suolo americano ed è, perciò, cittadina USA, alla faccia di chi ha sul naso lo ius soli.
Apprezzata in tutto il mondo, Catania Jazz è schifata solo a Catania. Ma contro la schifiltosità lotta Benincasa, forte della sua àncora di una cultura musicale elitaria e raffinatissima. Titanica è la sua sfida al trascorrere degli evi (come fare ad appassionare le nuove generazioni al jazz, come?) cavalleresco il suo rapporto con la politica (troppo esigue le offerte di sovvenzione da parte della Regione per accettarle), coraggiosa la sua campagna di abbonamenti al buio (ma anche fruttuosa: i fedelissimi fan atavici del jazz rimpolpano le casse dell’associazione lasciando alla direzione artistica grande libertà di scelta, non vincolata ai gusti del pubblico). Ma ora basta. Altre virtù di Catania Jazz e del suo paladino Pompeo Benincasa si squaderneranno sfolgoranti nell’intervista ai microfoni di Radio Zammù.