Nonostante la rabbia di appassionati e ultras sono ancora tutti al loro posto: Pablo Cosentino, amministratore delegato, Giampiero Ventrone, preparatore atletico, e Alessandro Moggi, presidente della Gea World che collabora con la squadra rossazzurra. «Dimostreremo la differenza tra uno stadio vuoto e uno pieno», promettono i tifosi
Catania, i tifosi ancora in protesta contro il club «Entreremo in curva solo al secondo tempo»
Sono circa duecento, tra tifosi e ultras del Catania, a prendere parte all’assemblea indetta in piazza Dante per decidere il prosieguo della protesta verso la gestione Pulvirenti-Cosentino. Nonostante il successo dell’iniziativa Non entriamo, con cui il Massimino ha dimostrato la propria vicinanza alle ragioni della protesta, il movimento deve confrontarsi con l’immutata realtà dei fatti. Pablo Cosentino, amministratore delegato del club, Giampiero Ventrone, preparatore atletico imputato dei tanti infortuni occorsi ai giocatori, e Alessandro Moggi, presidente della Gea World che col Catania ha sottoscritto un contratto di collaborazione, dei quali era stato chiesto l’allontanamento sono tutti al loro posto.
Michele Spampinato, voce della curva Nord, nel prendere parola, inizia dando la propria versione dell’attualità: «Nino Pulvirenti ha sentito forte e chiara la voce della protesta e la richiesta di cambiamento. Ma l’arrivo di Delli Carri come direttore sportivo è il tipico cambiamento apparente, che in realtà non cambia niente anzi. Pare un tentativo, neanche bene architettato, di nascondere il rafforzamento del potere della Gea e la centralità di Cosentino sulle scelte di calciomercato. Pulvirenti ha mostrato chiaramente che non vuole cambiare nulla e che nulla cambierà».
Alla premessa segue l’aneddoto che riguarda un colloquio col presidente Pulvirenti avuto nei giorni scorsi: «Pulvirenti ha insistito tanto per parlare con me nelle ultime settimane – continua Spampinato -. Io non volevo ascoltarlo, perché immaginavo già quel che mi avrebbe detto. Ho accettato per sfinimento e, puntualmente, ho riascoltato le stesse parole e le stesse promesse che avevo già sentito quando lo incontrai l’anno scorso. Allora era convinto che il Catania si sarebbe salvato, così come ora lo è ancora che il Catania riuscirà a risalire in serie A. Gli ho risposto come l’anno scorso, che per me sono bugie e non gli credo. Solo a maggio sapremo quindi quale sarà l’epilogo di questa storia».
A fronte delle decisioni irrevocabili di Pulvirenti riguardo alla dirigenza, la protesta cambierà forma: «Anche per evitare acredini tra chi finora è entrato e chi non allo stadio. La protesta è sempre stata civile e dignitosa e tale deve rimanere». Per quel che riguarda le partite interne: «Entreremo solo nel secondo tempo, per contestare e per tifare. Il primo tempo resteremo nell’antistadio, così da dimostrare con ancor più impatto visivo la differenza tra uno stadio vuoto e uno pieno».
Nei venti giorni circa che separano dal primo appuntamento interno del 2015, contro la Pro Vercelli, la protesta vivrà anche altri momenti: «Vorremmo presentarci fuori dai cancelli chiusi di Torre del Grifo, in occasione dell’allenamento della prima squadra, per chiedere che vengano aperte le porte sempre, non solo quando è il Catania a stabilirlo. Che senso ha, altrimenti, vantarsi di una struttura all’avanguardia quando poi le strutture non vengono utilizzate per il fine progettato?». Stavolta la decisione non viene messa ai voti dell’assemblea, come accaduto in passato. Nessuno dei presenti obietta alla scelte. Seguiranno, nei prossimi giorni, ulteriori particolari in proposito.