Il desiderio è sempre quello di avere una nuova opportunità nella vita. È il caso delle ragazze del Calcio Catania femminile, costrette ad abbandonare l’idea di giocare al calcio dopo la scomparsa della principale squadra della città. Un destino legato indissolubilmente, che le ha condotte all’esclusione dal campionato femminile di serie C e alla conseguente impossibilità di allenarsi a Torre del Grifo. È bello ritrovarle sul campo sintetico del circolo Pinea mentre provano gli schemi e palleggiano con disinvoltura. È la risposta migliore per chi ha subito la cancellazione per la sola colpa di vedere il calcio come lo sport più bello del mondo.
«L’immagine migliore resta quella del pallone che gonfia la rete – afferma in una nota stampa l’imprenditore Francesco Russo Morosoli – Nei giorni scorsi ho appreso dal mio legale dell’esclusione dal campionato del Catania femminile e della profonda delusione delle ragazze e dell’intero staff. Non si può fare finta di niente e voltare le spalle a queste giovani calciatrici. Non si tratta solo di un calcio al pallone, perché chi può, con sobrietà e grande pudore, deve preoccuparsi di offrire sostegno morale ed economico. E così ho fatto. Abbiamo recuperato la stagione agonistica e restituito loro la dignità, il sorriso e la voglia di crescere in rossazzurro».
«Siamo stati stoppati sul più bello, dopo la vittoria per 3–1 sul Matera e il successo che ci ha portato in finale nel campionato under 15». È il commento di Peppe Scuto, il mister del Catania femminile. «È stato un peccato soprattutto per le ragazze – prosegue l’allenatore – perché questo è calcio tutto cuore e passione. Oggi, finalmente, grazie all’intervento di Russo Morosoli riprendiamo ad allenarci. Ed è come se fosse una rinascita. Speriamo che questa volta sia definitiva e possa far decollare il calcio femminile a Catania. Il bello – sottolinea Scuto – è indossare i colori rossazzurri, soprattutto con un gruppo giovane che ho visto crescere e migliorare giorno dopo giorno. Avrebbe portato certamente alla salvezza del titolo perché le ragazze uscivano dal campo con i complimenti degli avversari».
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