Catania, contro l’Akragas attenzione alle trappole I rossazzuri cercano la quinta vittoria consecutiva

Dopo la sconfitta di Coppa Italia contro il Cosenza, nella pancia dello stadio Massimino, mister Cristiano Lucarelli ha tenuto a ribadire un concetto: «Nella scorsa stagione l’Akragas è stato la bestia nera del Catania. Lo 0-0 che hanno ottenuto a Lecce dimostra che la prossima non sarà una partita facile, dato che loro sono bravi a giocare di rimessa e sull’avversario. Il 6-0 di questa estate in Coppa Italia, poi, è un precedente che mentalmente non aiuta: non dobbiamo sottovalutare questo impegno, che rischia di essere una partita trappola». L’allenatore rossazzurro riesce ad avvertire i pericoli legati all’appagamento o ai cali di tensione che, nel corso di questa stagione, hanno già portato a qualche caduta di troppo: il rischio di ripetere passi falsi, come quello contro la Leonzio, esiste e con il Lecce in fuga e il Trapani alle calcagna, è vitale non inciampare nuovamente. 

I freddi numeri dicono che esiste un grande divario tra le due squadre. Il Catania, secondo in classifica a cinque lunghezze dalla capolista Lecce – ma con una partita in meno – ha assorbito il doppio schiaffo contro Leonzio e Reggina, vincendo e convincendo con Bisceglie e Paganese e imponendosi di misura su Catanzaro e Juve Stabia. L’Akragas attraversa un periodo nero: il presidente Silvio Alessi si è dichiarato pronto a vendere la società, precisando di avere un debito di 250mila euro. Sul campo, la squadra sta affondando: sono sei le sconfitte consecutive del Gigante di cui l’ultima, molto pesante, è il 5-1 subito a Siracusa dalla Fidelis Andria. L’Akragas ha il peggior attacco e la difesa più perforata di tutto il girone C di serie C: dieci gol fatti a fronte dei 26 incassati.

Può sembrare tutto facile dunque, ma così non è. Gli uomini allenati da Di Napoli, infatti, sono riusciti a bloccare in trasferta sullo 0-0 sia il Monopoli, sesto in classifica, che il rullo compressore Lecce. In particolare, è il risultato ottenuto in Salento a dover rimanere ben impresso nella testa dei giocatori etnei perché i biancazzurri cercheranno di replicare quel tipo di prestazione, fatta di grande applicazione difensiva e veloci ripartenze. Dopo la parentesi di Coppa Italia, in cui le seconde linee chiamate in causa hanno deluso le attese, mister Lucarelli dovrebbe rispolverare la formazione titolare e l’ormai consueto modulo 4-3-3. Spazio a una linea a quattro composta da Semenzato, Aya, Bogdan e Marchese, con Lodi, Biagianti e Caccetta in mezzo al campo mentre davanti spazio a Curiale, supportato dalle ali Russotto e Di Grazia

Tra le fila dell’Akragas, non convocati il difensore Scrugli e il centrocampista Navas mentre, in extremis, ha recuperato l’esperto difensore centrale PisaniLeo Criaco allenatore in seconda dei biancazzurri, in sostituzione di Di Napoli che è squalificato, dovrebbe schierare i suoi con un accorto 4-4-2, con i giovani Salvemini e Parigi a guidare l’attacco. I pochi precedenti tra rossazzurri e agrigentini fanno scattare il campanello d’allarme: nelle ultime due stagioni l’Akragas è uscito imbattuto dal Massimino. Lo scorso anno, dopo un match dominato e tante occasioni sprecate, il Catania è stato battuto da una rete di Zanini al 94esimo minuto: l’8 novembre 2015, invece, il provvidenziale gol di Plasmati al quarto minuto dalla fine ha evitato ai rossazzurri un’altra sconfitta, dopo il vantaggio biancazzurro siglato da Zibert. Evitare trappole del genere dev’essere, in casa Catania, priorità assoluta.


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