L’ultimo passettino. Ancora una vittoria e poi sarà Lega Pro. Il Catania anche contro il Cittanova fa valere il fattore Massimino, anche se in pieno recupero, su rigore e con un po’ di fatica in più del previsto. Ma quel che contava era vincere. E i rossazzurri ci sono riusciti portando a casa il 14esimo successo consecutivo tra le mura amiche e il 23esimo stagionale che li proietta a +20 dal Locri, caduto inaspettatamente in casa contro il Paternò.
Come aveva detto mister Ferraro, contro i calabresi occorrevano concentrazione e carattere. La squadra ha ascoltato e messo in atto il consiglio del tecnico. L’ha fatto giocando sino all’ultimo secondo del match e con la massima intensità possibile sino a trovare, nel quinto minuto di recupero, il rigore, per un fallo di mano di Figini su tiro di Giovinco, che capitan Lodi ha realizzato con freddezza. L’urlo del Massimino è stato il premio che una splendida tifoseria ha riservato ai giocatori etnei a conferma di un’empatia sempre più solida tra squadra e sostenitori. Una tifoseria fantastica che, nel momento più delicato della gara, ha saputo spingere il Catania sino al traguardo dell’undicesima vittoria consecutiva, la decima in questo 2023.
Esulta anche il presidente Ross Pelligra, rimasto in città per godersi questa ennesima giornata di gioia, mentre i giocatori lo coinvolgevano in un abbraccio in mezzo al campo applaudendolo insieme al pubblico sbandierante. Un padron rossazzurro visibilmente emozionato, come lo erano il vicepresidente Grella e il direttore sportivo Carra. Lo erano, e avevano tutti i motivi per esserlo, perché contro i calabresi si è vista l’anima di questo gruppo guidato egregiamente da Ferraro. La si è vista nei contrasti e negli anticipi di Lorenzini e Somma, perfetti e sempre più insostituibili. Nella costante presenza di Rapisarda e nella maturità tattica di Castellini. Nella prepotenza fisica di Rizzo e Palermo. Nella dinamicità del giovane e sempre più brillante Mattia Vitale. Negli strappi prima di Forchignone e poi di Chiarella. Nelle ripetute corse e diagonali di De Luca, peccato per la rete annullatagli per un fuorigioco inesistente che gli ha negato la prima gioia al Massimino. Nella capacità di sacrificio di Andrea Russotto reinventatosi esterno di difesa per il bene comune o nella voglia di riscatto di Giovinco. Nei corpo a corpo e nelle sportellate a testa bassa di Sarao e Jefferson e, infine, nella classe infinita e senza tempo di Lodi. Ha vinto l’anima di un Catania rinnovato in tutto che è ormai una squadra, un gruppo, una forza che deve compiere l’ultimo passettino per realizzare il sogno di rinascita di un’intera città.
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