A Catania rimuovere la cenere vulcanica frutto delle ultime eruzioni dell’Etna sta risultando più complicato del previsto. Com’è facile notare, in diverse zone della città la cenere è ancora lì, come se fosse caduta qualche minuto fa. In realtà nei giorni scorsi – non senza qualche ritardo rispetto a quello che da molte parti ci si aspettava – è iniziata sia la rimozione della cenere vulcanica sia quella dei sacchetti che sono stati riempiti dalle persone che hanno effettuato la pulizia dei balconi, delle terrazze e dei cortili. Lo stesso sindaco di Catania, Enrico Trantino, sui suoi social ha ammesso «alcune défaillance organizzative, originate da un modello di pianificazione in precedenza non sperimentato». Nonostante lo stesso Trantino abbia poi scritto «mi dicono stia andando molto meglio, grazie al contributo di tutte le aziende coinvolte e degli uomini impiegati», al nostro giornale sono arrivate molte segnalazioni relative a una pulitura delle strade annunciata, ma mai avvenuta.
Via Timoleone, via Petrella, via Centuripe, largo Pascoli, via Balduino. Queste sono solo alcune delle vie nelle quali lettrici e lettori del nostro giornale segnalano che le spazzatrici meccaniche per la rimozione della cenere non si sono viste. Nei giorni scorsi sempre Trantino ha pubblicato sui suoi social una tabella dettagliata – quartiere per quartiere, zona per zona – per avvertire le persone residenti dell’imminente pulitura. L’avviso serviva anche a rendere noto alla cittadinanza – in una certa data specifica, dalle 22 alle 4 della mattina – il divieto di sosta per le auto nelle strade che sarebbero state oggetto di pulitura. La maggior parte delle segnalazioni arrivate alla nostra redazione, però, dicono più o meno questo: la macchina l’abbiamo spostata – in alcuni casi abbiamo anche pagato un garage privato – ma le spazzatrici non sono passate. Altre segnalazioni riguardano la dimensione degli avvisi, «troppo piccoli e poco visibili», a volte pare «trovati a terra, per strada».
«Comune di Catania, ma che modo è?», scrive un’utente su Facebook. «Io ho messo la macchina in un garage a pagamento! L’amministrazione, o vogliamo dare colpa alla Gema, non so, non ha rispettato invece i cittadini», scrive un’altra persona sullo stesso social media. In realtà la risposta sul perché le spazzatrici non hanno ancora rimosso la cenere da alcune vie di Catania pare sia più facile di quanto si poteva immaginare: «La quantità è molto maggiore rispetto a quella che avevamo previsto», dice a MeridioNews Fabrizio Patania, direttore generale del Consorzio Gema, che nel lotto Centro della città si occupa di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle strade. «La notte tra il 24 e il 25 luglio, insieme a Ecocar, abbiamo fatto l’intervento straordinario di pulitura nel quartiere Picanello – dice Patania – e abbiamo ottenuto ottimi risultati». Ecocar si occupa anche lei di raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade di Catania, ma nel lotto Sud. «Purtroppo non ci siamo arrivati a pulire tutte le strade – continua Patania – perché le spazzatrici si sono riempite tutte più volte». Stando a quello che dice il direttore generale di Gema, Picanello è stato il quartiere più colpito dalla caduta di cenere dell’Etna.
«Di solito – spiega Patania – una spazzatrice fa cicli di pulitura da sette chilometri su entrambi gli assi stradali, quindi in tutto 14 chilometri, e non si riempie neanche tutta. Nella pulitura di questi giorni – continua – ci siamo accorti che la spazzatrice si riempiva dopo aver percorso 500 metri di strada». Gema dice che per questo – nonostante i cittadini abbiano rispettato le disposizioni e non abbiano parcheggiato le auto dov’era vietato – «abbiamo preferito completare bene la pulitura delle strade nelle quali stavamo agendo, piuttosto che lasciare il lavoro a metà e spostarci in tutte le vie in cui era prevista la pulitura». Insomma, la cenere vulcanica era troppa e forse non è stato stimato bene il volume del materiale da rimuovere. «Nei prossimi giorni torneremo assolutamente sulle strade in cui la pulitura sarebbe dovuta essere già fatta – dice Patania – Avevamo sovrastimato quello che avremmo effettivamente potuto fare, di fatto abbiamo creato un lieve disservizio».
«Nel centro storico siamo a buon punto – dice il direttore generale di Gema – tranne nel quartiere Civita. Al lungomare abbiamo finito, ma sono servite oltre 30 spazzatrici e abbiamo raccolto 150 metri cubi di cenere: da Ognina a piazza Europa – sottolinea Patania – abbiamo raccolto una quantità che non raccogliamo neanche in un anno, e ci abbiamo messo giorni. Sembra interminabile. Stasera, venerdì e sabato – mattina e sera – continueremo a lavorare sulla zona che da corso Italia va a salire, per poi gradualmente completare». Secondo Patania, «si tratta di un servizio molto complicato: serve il tempo di rimuovere le auto, poi prima di una certa ora non possiamo iniziare, c’è da organizzare la squadra della polizia municipale, poi si surriscaldano le macchine e i soffiatori… Capisco bene – continua Patania – che l’utente si innervosisce, anche perché ha spostato la macchina, ma stiamo facendo il massimo e l’altra notte eravamo fiduciosi di completare».
Patania dice che è stato «difficile stimare la quantità di cenere con precisione: nel solo lotto Centro ce n’erano 4000 tonnellate, ora ne abbiamo raccolte quasi 2000, con un ritmo di 70 al giorno. Le arterie principali – dice Gema – sono state quasi completate. Siamo andati per priorità: corso Italia, lungomare, via Etnea, via Umberto, viale Africa, via Gabriele D’Annunzio, ecc.». Per quanto riguarda la rimozione non avvenuta dei sacchi che contengono la cenere, il direttore di Gema dice che «abbiamo iniziato dalle strade principali, poi man mano andremo nelle traverse, quartiere per quartiere, e completeremo». Un lavoro che «va avanti giorno per giorno – dice Patania – non abbiamo dato un programma all’utenza, perché è difficile stimare il tempo di raccolta dei sacchi, perché molto dipende da chi ha già fatto la pulizia di tetti, balconi e terrazzi».
Ma la domanda che si fanno tutti è: quando sarà ultimata la rimozione della cenere? «Sappiamo che continuerà per molto tempo – dice Patania – Se dovesse piovere, l’acqua porterebbe in strada la cenere che c’è sui tetti. Inoltre, quando a settembre alcune persone torneranno dalle vacanze puliranno le terrazze, quindi ci sarà ancora cenere». Quello che Gema dice di voler fare è «eliminare il 60 o 70 per cento della cenere entro la prima decade di agosto, come da ordinanza del sindaco. E questo sia per quanto riguarda lo spazzamento sia per la raccolta dei sacchetti. Ma in alcune zone servirà più tempo. Poi – conclude Patania – in alcune parti della città, per esempio in alcune traverse di alcuni quartieri, è più complicato fare la rimozione delle auto per la pulitura». Insomma, lo spazzamento e la raccolta dei sacchetti sono in corso, ma non ancora in tutti i quartieri.
Ancora per un po’ si dovrà convivere con la cenere dell’Etna sotto le scarpe e fare attenzione a non scivolare (non sono poche le persone che in questi giorni hanno riportato fratture e infortuni a polsi e caviglie in seguito a cadute). Il nostro giornale ha provato a contattare sia l’assessorato che si occupa di gestire e coordinare questo tipo di servizi sia una dirigente dell’assessorato all’Ambiente e all’Ecologia. Quest’ultima ha replicato telefonicamente spiegando di non voler rilasciare interviste, mentre per quanto riguarda il neoassessore all’Ambiente e all’Ecologia, Massimo Pesce, i numerosi tentativi non hanno portato frutti e con lui non è stato possibile parlare.
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