A Castelvetrano qualcosa si muove. Venti consiglieri comunali si sono autosospesi, per prendere le distanze dal ritorno in consiglio di Calogero Giambalvo, arrestato nel novembre 2014 nell’ambito dell’operazione antimafia Eden II perché considerato tra i fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro, assolto a dicembre 2015, tornato in libertà dopo 13 mesi di carcere e reintegrato nel suo ruolo politico lo scorso 25 gennaio. Intercettato dai carabinieri, Giambalvo giurava fedeltà a capo di Cosa Nostra: «Se io dovessi rischiare 30 anni di galera per nasconderlo, rischierei», diceva al telefono.
Dopo settimane di titubanza, il sindaco Felice Errante e il presidente del consiglio comunale Enzo Cafiso hanno sollecitato una conferenza dei capigruppo, al termine della quale è arrivata la decisione sulla sospensione. Che mira a spingere Giambalvo alle dimissioni. «Un atto di responsabilità nei confronti della comunità castelvetranese – dicono – Se anche questa iniziativa non dovesse sortire l’effetto sperato, ossia le dimissioni di Giambalvo, siamo pronti ad assumere ulteriori e consequenziali scelte nell’esclusivo interesse della comunità amministrata». I consiglieri sospesi fanno parte dei gruppi Ncd-Ap, Udc-Ap, Indipendenti, Psi, Castelvetrano futura, Noi per Castelvetrano e Liberi e indipendenti.
Era stato Claudio Fava, deputato e vicepresidente della commissione nazionale antimafia, il primo a sollevare l’attenzione nazionale su questa vicenda, recandosi di persona a Castelvetrano e invitando il sindaco alle dimissioni. Anche il coordinamento provinciale dell’associazione Libera ha preso subito posizione. Sollecitato dalla trasmissione Le Iene, alla fine è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «È mio interesse togliere dal consiglio comunale una persona che ha i requisiti per essere espulsa – ha affermato in una prima intervista – Se la legge mi consentirà di fare un intervento diretto, io lo farò». Dopo aver studiato il caso, Alfano è tornato sulla vicenda precisando che «alla luce dell’assoluzione non è possibile intervenire. Però – ha aggiunto – siccome ritengo che la questione Castelvetrano sia molto importante, a questo punto parlo da responsabile di un partito politico. Io ho già parlato con il sindaco, che è una persona del mio partito, e mi ha assicurato che sta inducendo il consigliere a dimettersi per il bene di tutti. Se non si dimette lui – sottolinea Alfano – il sindaco è disponibile a mettere come extrema ratio sul piatto anche l’arma delle proprie dimissioni per fare cadere tutto. Io gli starò addosso e questo è l’impegno che io assumo».
Intanto il Movimento cinque stelle, con un’interrogazione parlamentare alla Camera, chiede al presidente del Consiglio Matteo Renzi e allo stesso Alfano di valutare lo scioglimento del Comune di Castelvetrano per infiltrazioni mafiose, «alla luce delle intercettazioni riportate dalla stampa, che attesterebbero relazioni del consigliere Calogero Giambalvo con esponenti di spicco della criminalità organizzata di stampo mafioso».
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