Il tribunale del Riesame di Palermo ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare per il 74enne indagato per rivelazione di segreto d'ufficio con l'aggravante di avere agevolato l'organizzazione mafiosa. Restano in carcere Marco Zappalà e Giuseppe Barcellona
Castelvetrano, scarcerato l’ex sindaco Vaccarino Accusato per la fuga di notizie su Messina Denaro
È stato scarcerato Antonio Vaccarino. Così ha deciso il tribunale del Riesame di Palermo che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip a carico del 74enne ex sindaco di Castelvetrano, arrestato due settimane fa con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio con l’aggravante di avere agevolato l’organizzazione mafiosa. Non sono ancora note le motivazione della decisione del tribunale.
Secondo l’accusa Vaccarino avrebbe fatto pervenire al boss Vincenzo Santangelo la trascrizione di un’intercettazione tra due esponenti della criminalità organizzata sulla cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro. Insieme a lui a finire in manette sono stati Alfio Marco Zappalà, tenente colonnello in servizio alla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta – a cui, qualche giorno fa, è stata respinta la richiesta di scarcerazione – e Giuseppe Barcellona, carabiniere della compagnia di Castelvetrano. Il primo è accusato di rivelazione di notizie riservate, mentre l’appuntato risponde di accesso abusivo al sistema informatico.
Per i magistrati, Barcellona in quanto addetto a trascrivere i contenuti delle intercettazioni nell’ambito della cattura di Messina Denaro, avrebbe passato a Zappalà un verbale di conversazione tra due indagati in cui si faceva riferimento a dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Castelvetrano. Quest’ultimo, a sua volta avrebbe girato l’intercettazione all’ex sindaco di Castelvetrano che l’avrebbe data al boss Vincenzo Santangelo.
Vaccarino ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame, mentre Zappalà si era rivolto al gip che non ha accolto l’istanza di revoca della misura. Sia l’ufficiale della Dia che Barcellona tenteranno la strada del Riesame. Nel frattempo restano in carcere. Barcellona avrebbe ammesso davanti al gip di avere consegnato al suo ex superiore Zappalà il verbale, sostenendo di averlo fatto perché lui glielo aveva chiesto e pensando che non ci fosse alcuna anomalia. Zappalà, invece, ha sostenuto di essere stato indirettamente interessato alle indagini sul latitante perché dai pm di Caltanissetta era delegato alle inchieste sulle stragi del ’92 in cui il capomafia è imputato.