Il museo al centro di Catania sconta diverse criticità. Dai bagni al buio lungo le scale, fino all'assenza dei pos e di materiale in lingua inglese. C'è poi chi si lamenta per la scarsa presenza del personale. «Coi fondi del Patto per Catania ci saranno migliorie», replica l'assessore alla Cultura Orazio Licandro. Guarda il video
Castello Ursino, tra lamentele e progetti futuri Caldo, personale svogliato e poche informazioni
«Il Castello è molto bello, per entrare ho pagato un prezzo onesto ma qui si boccheggia, e per le opere d’arte non è proprio il massimo». Sono da poco passate le 17 e ci troviamo al terzo piano del museo civico del Castello Ursino. Un turista arrivato in Sicilia da Ravenna, di professione restauratore, lamenta l’insopportabile calura, a cui contribuisce l’assenza di un impianto di climatizzazione. Poco distante da lui c’è il bagno, e per trovarlo basta seguire il fetore che emana. Tutti i servizi, tranne quello riservato ai disabili, sono sprovvisti della carta e un piccolo magazzino ha la porta aperta rendendolo liberamente accessibile. Il tour all’interno del polo museale inizia però al piano terra, nella cosiddetta sala delle armi. Il pagamento dei biglietti è possibile soltanto in contanti perché non c’è il collegamento ai pos per carte di credito e bancomat. «Per fare un buco in questo posto ci vogliono mille autorizzazioni. È già tanto che adesso abbiamo la possibilità di stampare i biglietti elettronicamente», commenta un addetto al museo. Fino a poco tempo fa, infatti, i ticket venivano staccati a mano utilizzando dei blocchetti di carta colorata. Ma nel bookshop che si trova dietro l’ingresso, la modernità è riuscita a farsi spazio scalzando la tradizione, grazie a un pos mobile che consente i pagamenti elettronici.
Un capitolo a parte è quello che riguarda le guide turistiche cartacee per gli stranieri. Sono poggiate su un tavolo e le uniche disponibili, almeno per il momento, sono soltanto in spagnolo e tedesco. «L’inglese?», chiediamo a chi accoglie i turisti. «Sono in ristampa», rispondono. Una mancanza che però risalirebbe almeno agli ultimi giorni di luglio, come ha fatto notare un turista inglese con un commento sulla pagina Facebook del museo. Con un sorriso, anche una coppia di vacanzieri arrivati d’oltre Manica sottolinea l’assenza di un vademecum nella loro lingua: «Ci sono testi sotto i dipinti, ma ci sarebbe piaciuto avere un po’ di informazioni», spiegano mentre prendono il sole. Comunque più sopportabile della temperatura interna. «Che ne pensate del castello?», chiediamo. «Ehm, dentro fa troppo caldo», ride lui. La coppia è seduta in un terrazzino. Cercava forse il coffee point indicato dai cartelli: in realrtà due distributori automatici.
«Le guide saranno finite – precisa a MeridioNews l’assessore alla Cultura del Comune di Catania Orazio Licandro – Questo significa che c’è stato un flusso di turisti assai maggiore di quanto ci si poteva aspettare». Problemi non nuovi sembrerebbero invece quelli che riguardano il personale addetto alla sorveglianza delle sale. Tra Trip Advisor e Facebook, in mezzo a tanti commenti positivi, sono diversi gli utenti che si lamentano per il portamento e il comportamento degli addetti. Nel nostro tour, tra scale totalmente al buio e ondate di calore, l’unico che abbiamo incontrato si trova al secondo piano. Nessuna divisa, una postura poco elegante e un ventilatore puntato in faccia per combattere il caldo. «Nelle sale si gira da soli, senza sorveglianza e chiunque potrebbe toccare qualsiasi cosa senza che nessuno se ne accorga», commenta una turista milanese che da due settimane in Sicilia. «In compenso trovo il museo ordinato, meglio del teatro greco di Siracusa, pieno di erbacce», ammette.
«Tenete conto che siamo ad agosto e siamo stati aperti anche a Ferragosto; una cosa inconsueta da noi – replica Licandro – quindi è possibile che ci sia qualche unità in meno e comunque c’è il sistema di videosorveglianza che serve a monitorare tutte le opere». Davanti alle rimostranze per la situazione dei bagni, assessore e personale rimandano in coro alla Multiservizi, la partecipata del Comune che si occupa della pulizia. Sulla stessa falsariga, la situazione del fossato esterno del castello. Bicchieri e lattine sono gli oggetti più gettonati dai lanci degli incivili. «Puliamo sempre, ma ogni giorno c’è sempre qualcuno pronto a sporcare – continua Licandro – questa è una vera e propria battaglia che si estende a tutta la città».
In attesa della ristampa delle guide in inglese, per riuscire a godere del nuovo volto del castello Ursino bisognerà aspettare gli interventi previsti nel Patto per Catania. Il programma di opere firmato dal sindaco Enzo Bianco e dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nel capitolo che riguarda la fortezza sono previsti investimenti per oltre sei milioni di euro. «Nei lavori di rifacimento verrà sistemato un piano espositivo, l’illuminazione e la scala interna che renderà autonomi tutti i livelli – conclude l’assessore etneo – e poi ci sono anche degli interventi previsti per i bagni. Ricordo sempre che noi quel castello lo abbiamo aperto dopo un lungo periodo di chiusura».