Nell'ordinanza seguita all'indagine Palude viene ritratta la figura di Simone Cusumano. L'uomo sarebbe stato mosso da interessi personali nella gestione delle opere da realizzare sul territorio comunale. A beneficiarne sarebbero state imprese a lui vicine
Castellammare, le accuse dei pm al dirigente Cusumano Lavori pianificabili ma fatti passare per somme urgenze
«Un patto corruttivo tra il dirigente pubblico e le ditte amiche». È quanto emerge da uno dei filoni dall’indagine Palude, condotta dagli uomini della guardia di finanza di Trapani e dalla tenenza di Alcamo. Le misure cautelari sono arrivate ieri mattina per i castellammaresi Simone Cusumano, ingegnere a capo dell’ufficio Tecnico del Comune, e per l’imprenditore Antonio Caleca e il figlio Antonino Severio Caleca. Per tutti sono stati disposti gli arresti domiciliari. Sono accusati a vario titolo di corruzione, falso e violazioni alla normativa in materia di appalti pubblici.
Gli uomini delle Fiamme Gialle si sono focalizzati in particolare su diversi affidamenti fatti, alcuni con la modalità della somma urgenza, agli imprenditori. Il tutto nascerebbe da presunti interessi comuni tra Cusumano e i Caleca, in merito alla realizzazione di un campo per la produzione di energia eolica. Nello specifico l’accordo avrebbe previsto la realizzazione di due campi eolici in un terreno, dato in godimento gratuito, di proprietà della Pietre del Golfo srl, la ditta dei Caleca. In cambio l’ingegnere Cusumano avrebbe affidato direttamente decine di appalti.
Nell’indagine trova posto anche una missiva anonima pervenuta al Comune nell’aprile del 2017 in cui si evidenziava come Cusumano «dettava legge in materia di nomine per gli appalti». La lettera citava già gli imprenditori Caleca e i lavori in somma urgenza oggetto dell’indagine. Il documento venne protocollato, portato in conferenza dei capogruppo e infine consegnato alla polizia. La questione, dopo che la lettera divenne in parte di dominio pubblico, finì nel dimenticatoio e Cusumano si giustificò sostenendo che tutto «era stato svolto secondo la legge». Ma non per gli inquirenti: secondo le Fiamme Gialle, Cusumano, per evitare di avvalorare la tesi contenuta nella missiva anonima, avrebbe deciso, in corso d’opera, di fare un passo indietro in merito alla realizzazione del campo eolico procedendo al subentro di un altro soggetto.
Tra gli affidamenti diretti nei confronti dei Caleca, finiti sotto la lente delle Fiamme Gialle, ci sono diversi lavori: tra questi quelli di discerbatura dei margini delle strade e di aree sequestrate alla mafia, finanziati inizialmente per un importo complessivo di 58mila euro, lievitati successivamente a complessivi a oltre 121mila. Sono state proprio queste due determine a far sollevare il caso già nel 2016 in consiglio comunale. L’allora movimento politico di opposizione Cambiamenti produsse interrogazioni e comunicati stampa definendoli atti ingiustificabili. Il movimento, in sostanza, chiedeva all’amministrazione «perché si è scelto così spesso di affidare lavori a ditte sulla base di criteri non meglio precisati anziché procedere a gare a evidenza pubblica». Gli inquirenti a riguardo rimarcano che il rischio incendi nella stagione estiva è un’eventualità assolutamente prevedibile da parte del Comune e il relativo rischio è «fronteggiabile attraverso un’adeguata programmazione dell’attività amministrativa», quindi non rientrano nella fattispecie dei lavori in somma urgenza, che invece riguardano casi di pericoli concreti e immediati per la pubblica incolumità.
Dall’ordinanza siglata dal gip emerge che gli imprenditori avrebbeto ottenuto l’aggiudicazione di appalti, con offerte caratterizzate da forti ribassi, potendo contare per l’appunto sulle varianti in corso d’opera, e nonostante l’irregolarità della posizione contributiva, il Durc, che avrebbe dovuto portare all’esclusione della ditta. Il riferimento, in questo caso, va ai lavori di «inumazione, esumazione, tumulazione, estumulazione, traslazione delle salme e manutenzione straordinaria all’interno del cimitero comunale» per l’importo netto di quasi 74mila euro. Al centro dell’indagine ci sono poi lavori per le forniture delle attrazioni nel parco avventura, la pulizia delle spiagge, la messa in sicurezza delle strade in seguito al maltempo e poi ancora il noleggio di cassoni da usare come deposito, ma pure la realizzazione di un parcheggio. Tutte procedure che avrebbero avuto un percorso sospetto, con una gestione che avrebbe tenuto conto delle ditte che sarebbesto state vicine a Cusumano.