«È la teste che ha detto più “non ricordo” in tutte le udienze fatte fino a questo momento». Lo ha detto, senza giri di parole, a Simona Regolo l’avvocato Giuseppe Fiorito che assiste i genitori di Simona Floridia, la 17enne scomparsa da Caltagirone il 16 settembre del 1992 per cui ora, oltre un quarto di secolo dopo e senza che il corpo sia mai stato ritrovato, si sta celebrando il processo per omicidio volontario premeditato a carico di Andrea Bellia. «I nostri genitori erano amici di famiglia e noi siamo cresciute insieme», spiega Regolo all’inizio della sua deposizione raccontando di un rapporto di amicizia andato avanti fino a un certo punto.
«Prima che lei andasse via – dice come a voler ribadire la tesi di un allontanamento volontario – uscivamo sempre in quattro». Regolo all’epoca (e fino al 1999) era la fidanzata di Bellia, con tanto di pubblicazioni di matrimonio già fatte al Comune di Caltagirone e poi annullate. L’altra coppia, in un primo tempo, era composta da Simona Floridia e Mario Licciardi. Poi però quest’ultimo lascia Floridia e si fidanza con Rossella Figura, oggi sua moglie. Ed è proprio a lei che Licciardi avrebbe raccontato della confessione ricevuta da Bellia, il quale a sua volta si sarebbe nel frattempo invaghito di Figura. «Ha detto che l’aveva fatta sparire lui», aveva confermato la donna, durante l’udienza di giugno 2019. La rivelazione di Licciardi era arrivata durante una conversazione telefonica, avvenuta un anno dopo la scomparsa, la cui registrazione ha fatto riaprire il processo.
Dopo la fine della relazione tra Floridia e Licciardi, «il mio rapporto con Simona non è stato più lo stesso», dice Regolo che della scomparsa la ragazza viene informata con una telefonata, intorno alle 4 del mattino, del padre di Simona. L’uomo, tra l’altro, quando è stato ascoltato dalla corte d’Assise del tribunale di Catania, ha parlato della madre di Regolo come di «un’ombra che mi stava vicino come se volesse acquisire delle informazioni». Regolo non ricorda se è uscita a cercare l’amica, non ricorda l’ultima volta che l’ha vista e nemmeno cosa ha fatto durante tutta la giornata e la serata di quel 16 settembre. «Quando l’indomani ne ho parlato con Bellia – risponde – lui non ha fatto nessun commento, era sereno». Eppure, lui non le dice che proprio quella sera le ha dato un passaggio in Vespa. Una omissione di cui Regolo non si meraviglia. «Anche nei giorni successivi, parlavamo del fatto che fosse sparita per i fatti suoi», dichiara.
Dopo un cenno alla telefonata ricevuta qualche giorno dopo la scomparsa con «una voce dell’oltretomba che mi disse solo “sono Simona”, prima di riattaccare», si procede con il periodo del ricovero in ospedale di Bellia dopo un incidente stradale. Inizialmente non ricorda nemmeno che il suo fidanzato dell’epoca fosse stato ricoverato. È a questo punto che il presidente della Corte ricorda alla teste di essere sotto giuramento e lamenta il suo modo di rispondere che sembra seguire la «tecnica dello sviamento». Tornando al ricovero, Regolo dice che stava tutto il tempo con il ragazzo e che esclude che Licciardi possa essere andato a fargli visita. Un punto importante perché, stando a quanto ricostruito, il 20 settembre del 1993, Licciardi sarebbe andato in ospedale dove Bellia «gli avrebbe detto di avere fatto sparire Simona, che aveva fatto una “cavolata”».
Un passaggio viene fatto anche sulle due telefonate arrivate nel febbraio e nel giugno del 1993 – alcuni mesi dopo che della giovane si erano perse le tracce – al programma di Rai3 Chi l’ha visto?. Era stata Rossella Figura a raccontare che Bellia e Regolo avrebbero chiesto a Licciardi di riconoscere la voce di Simona Floridia ma lui si sarebbe rifiutato. Di quello che è stato ritenuto un «tentativo di depistaggio», Regolo non ha memoria. Eppure, quando è stata sentita nel luglio del 2012 era stata lei stessa a dichiarare che «Licciardi non accettò il nostro invito dicendo che non ne voleva sapere nulla della scomparsa di Simona».
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