Si chiudono ufficialmente le indagini e, insieme a loro, anche il cosiddetto cerchio magico della giudice Silvana Saguto, l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo accusata di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio. Supportata da uno stuolo di complici e collaboratori, infatti, secondo gli inquirenti traeva vantaggi economici incamerando soldi in più, attraverso integrazioni a compensi già liquidati nelle procedure di liquidazione oppure facendo risultare i compensi di una procedura pagati solo in parte. «È in corso di notifica l’avviso di conclusione delle indagini», conferma a MeridioNews il procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone. A ricevere l’avviso saranno tutti i 20 indagati coinvolti nello scandalo e colpiti dal decreto di sequestro preventivo firmato dai pm Cristina Lucchini, Lia Sava e Gabriele Paci.
Oltre alla magistrata, sono coinvolti anche alcuni membri della sua famiglia: primo fra tutti il marito Lorenzo Caramma, a cui viene contestato il concorso eventuale nella corruzione: veniva coinvolto in modo occulto come coadiutore nelle pratiche di sequestro. Un tramite attraverso il quale l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, coinvolto nell’inchiesta, faceva arrivare alla giudice i soldi, il prezzo della corruzione. Seguono a ruota il padre di lei, Vittorio Pietro Saguto, e il figlio Emanuele Caramma, anche lui coinvolto illecitamente nelle procedure di prevenzione. Ma dopo i parenti ecco i nomi illustri, come il giudice Tommaso Virga, ex componente del Csm che secondo gli inquirenti avrebbe esercitato istigazioni nei confronti di Saguto per fare in modo che il figlio Walter, anche lui indagato, fosse nominato amministratore giudiziario.
Molti anche i colleghi di collegio della magistrata, da Fabio Licata,anche lui coinvolto nelle indagini per il suo concorso nella nomina di Virga junior come amministratore giudiziario, a Lorenzo Chiaramonte, al quale viene contestato il reato di abuso d’ufficio per la nomina ad amministratore giudiziario di Antonino Ticali, indagato a sua volta. E ancora Roberto Di Maria, Maria Ingrao, Calogera Manta, Aulo Gabriele Gigante ed Elio Grimaldi. Ma i nomi illustri continuano: è il caso di Rosolino Nasca, tenente colonnello della guardia di finanza e in servizio alla Dia di Palermo, che nel 2015 promette alla giudice Saguto di fare in modo che il marito venga coinvolto nelle pratiche di sequestro. E c’è anche un insospettabile come Luca Nivarra, professore di diritto civile all’Università e presidente dell’Accademia delle Belle arti di Palermo. Secondo gli inquirenti anche lui sarebbe coinvolto nei rapporti di convenienza fra la giudice e i Virga.
Si continua con il nome di Francesca Cannizzo, ex prefetta di Palermo, coinvolta insieme alla giudice nella sistemazione del nipote di un amico della presidente presso un ristorante. Chiudono l’elenco gli amministratori giudiziari Roberto Nicola Santangelo e Carmelo Provenzano: il loro ruolo fra aprile e maggio 2015 era quello di coinvolgere nelle amministrazioni giudiziarie, con l’avallo di Silvana Saguto che autorizzava le nomine, i propri congiunti più stretti, spesso con incarichi di facciata utili solo a giustificare esborsi di denaro pur in assenza delle prestazioni dovute. Con quest’ultimo in particolare pare che la giudice avrebbe avuto un rapporto di scambio ben più personale: il «prezzo della corruzione», infatti, consisteva nel seguire il percorso precedente e posteriore alla laurea di uno dei figli della presidente.
Poco più di dodici milioni di euro per ristrutturare i locali dell’ex istituto Roosevelt di…
Uno stabile abbandonato con dentro molti utensili da lavoro e decine di parti di carrozzeria…
Il Comune di Catania fa sapere con una nota che «a causa di problemi tecnici…
Più di 4000 prodotti dolciari, eppure pronti per essere venduti. Sono state sequestrate dai carabinieri…
A Catania è stato sanzionato e denunciato un parcheggiatore abusivo. Letta così non è una…
Il coraggio come valore da celebrare. È stata questa la stella polare della prima edizione…