Il capo della diocesi di Acireale Antonino Raspanti ha «sostenuto il gesto del sacerdote». Don Luigi Privitera ha denunciando il pianista di fama internazionale ed ex vicesindaco di Riposto, poiché intendeva «rompere un circuito negativo e degradante»
Caso Pappalardo Fiumara, il vescovo sostiene il prete «Percorso di recupero delle virtù umane e sacerdotali»
Don Luigi Privitera, il parroco di Trepunti di Giarre che ha denunciato il pianista di fama internazionale Gianfranco Pappalardo Fiumara, voleva «rompere un circuito negativo e degradante». Questo si legge adesso in una nota inviata dal vescovo della diocesi di Acireale Antonino Raspanti che «ha sostenuto il gesto del sacerdote e con lui ha stabilito anche un percorso di recupero e di rafforzamento delle virtù umane e sacerdotali».
Il 40enne musicista, fino a qualche tempo fa vicesindaco di Riposto, lo scorso venerdì è stato arrestato con l’accusa di estorsione. A denunciarlo ai carabinieri di Santa Venerina è stato il prete giarrese che, in chat, si era presentato come un «insegnante con la moglie al nord». I due si sono frequentati per almeno un paio di mesi. Per incastrare il noto pianista, i carabinieri si sono nascosti nella sagrestia della chiesa per ascoltare la conversazione dell’ultimo incontro fra il prete e l’amante che lo stava ricattando. Minacciandolo di inviare al vescovo foto e video dei loro rapporti sessuali, realizzati senza il consenso del prete.
Il costo per il silenzio sarebbe stato di cinquemila euro. Interrogato nell’udienza di convalida dell’arresto, Pappalardo Fiumara – difeso dall’avvocato Enzo Guarnera -ha ammesso gran parte dei fatti ma ha negato di avere ricevuto il denaro. L’ex vicesindaco avrebbe anche spiegato di avere agito perché il prete voleva interrompere il loro rapporto. L’artista e politico, adesso, si trova agli arresti domiciliari.
Riceviamo e pubblichiamo
«Scriviamo in nome e per conto del nostro cliente, Gianfranco Pappalardo Fiumara: il caso si è concluso in via stragiudiziale pochi mesi dopo, nel novembre 2019, con il ritiro di tutte le accuse da parte dello stesso Luigi Privitera, l’allora parroco di Trepunti di Giarre».