Gli accertamenti dei Ris di Messina sul materiale inerente all’autopsia effettuata sul cameraman dal professore Procaccianti confermano i dubbi della famiglia: i panetti in paraffina con sopra il numero corretto a penna sarebbero di un altro corpo
Caso Biondo, esposto-querela contro medico legale «Incompatibilità tra alcuni reperti e profilo genetico»
«Abbiamo presentato esposto-querela contro Paolo Procaccianti avente oggetto le operazioni peritali e i campionamenti dei reperti non riconducibili a nostro figlio Mario Biondo». Ad annunciare l’ultima novità sul caso del cameraman palermitano trovato morto a Madrid il 30 maggio 2013 è la sua famiglia, con un post affidato ai social. Puntando il dito ancora una volta sulla figura del medico legale incaricato dalla Procura di Palermo, che all’epoca eseguì l’autopsia sul corpo di Mario. E che in tutti questi anni, sulla base degli esami svolti, ha sempre sostenuto la stessa tesi da subito sposata dalle autorità spagnole: quella del suicidio. Eppure, non sono poche le circostanze che hanno sempre destato le perplessità della famiglia: dalle lesioni scoperte solo anni dopo ai numeri ripetuti per catalogare il materiale del corpo analizzato o, addirittura, quei codici che appaiono contraffatti e corretti successivamente con un pennarello. Dettagli che potrebbero aver inciso e fuorviato l’esito finale di suicidio scritto nero su bianco sul quel referto. E che ha spinto la famiglia a chiedere chiarimenti.
«A seguito della conclusione delle indagini che si sono condotte sul fascicolo abbiamo avuto modo per visionare il rapporto dei Ris di Messina, che in qualche modo conferma quello che ha sollevato le perplessità della famiglia già da tempo – spiega la legale dei Biondo, l’avvocata Carmelita Morreale –. Non è stata riscontrata piena compatibilità tra alcuni dei reperti che sono stati attribuiti a Mario Biondo e i profili genetici di Mario. Ragion per cui hanno ritenuto opportuno formalizzare questo esposto e chiedere alla magistratura di svolgere ulteriori indagini su questo specifico fatto». La famiglia, ad oggi, non ha avuto alcuna interlocuzione sulla vicenda e ha avuto contezza dell’esito degli esami svolti dai Ris solo nel momento in cui il loro rapporto è stato depositato nel fascicolo inerente l’avocazione delle indagini presso la Procura generale. «È un fatto molto importante, una decisione delicata, però i famigliari hanno ritenuto doveroso rassegnare i fatti all’autorità giudiziaria e fare chiarezza sul perché questi reperti siano stati confusi, non sappiamo bene cosa sia accaduto, chiediamo appunto alla magistratura di fare luce su quanto si è verificato». Si dovranno attendere, quindi, ulteriori sviluppi.
I primi sospetti della famiglia sono sorti sin da subito. Da quando, già nel 2013, chiese alle autorità di poter fare un accertamento più specifico sulla porzione di encefalo di Mario corrispondente alla tempia sinistra, porzione che Procaccianti, all’epoca, non avrebbe analizzato non accorgendosi della presenza di una lesione: «Mi sono ritrovata 51 panetti, dovevamo spedirli a Roma per farli analizzare. Ma prima quei reperti li abbiamo fotografati», ha raccontato alle Iene la mamma di Mario. Alla famiglia viene consegnato in sostanza un sacchetto, da un parte ci sono i panetti, dall’altro i vetrini, supporti sui quali sono stati posizionati le parti del corpo interessate dall’autopsia. Quando i genitori si armano di pazienza e iniziano a controllare e ordinare tutto quel materiale si accorgono che alcuni numeri non combaciano. «Più della metà avevano il numero contraffatto», spiega ancora su Italia1 la madre. L’autopsia di Mario, infatti, è la numero 57, effettuata nel 2013. Il numero assegnato è quindi il «57/13». Più della metà dei vetrini però mostra inspiegabilmente una sigla diversa, «51/13», con quell’«1» corretto con un pennarello e trasformato successivamente in un «7». «Due numeri, quindi due cadaveri diversi, perciò due materiali diversi», in sostanza. «È normale pensare che ci sia stata una manomissione?», si domanda oggi la famiglia di Mario. Insomma, i resti di quante persone ci sono nel sacchetto consegnato ai Biondo? L’ipotesi è che dentro ci siano finiti, per qualche ragione, anche quelli di un altro corpo, la cui autopsia, secondo quanto svelato da Le Iene, sarebbe stata eseguita sempre dal professore Procaccianti. Una svista?
Tutte anomalie, intanto, denunciate alla procura generale di Palermo, dopo che ha avocato a sé il caso, che ha deciso di sequestrare tutti i reperti per capire se effettivamente sia stata effettuata una sostituzione. «Chi è questo 51/13?», si chiede oggi la famiglia, che ha anche fatto un appello sui social nella speranza che i parenti di un’eventuale altra vittima corrispondente a quei numeri possano farsi avanti. L’ipotesi finale di suicidio, quindi, si formerebbe in questo caso su materiali e vetrini forse manipolati. Che perciò potrebbero aver falsato quell’ultimo risultato. «I dubbi sono emersi nel momento in cui la famiglia ha avuto materialmente tra le mani questi inclusi in paraffina che dovevano essere restituiti per la prosecuzione delle operazioni peritali dopo l’esumazione del 5 novembre 2018 – dice ancora l’avvocata Morreale -. Lo abbiamo evidenziato ai magistrati inquirenti, che hanno disposto il sequestro dei reperti, esaminati poi dai Ris». Il cui responso conferma quanto temuto dalla famiglia: i panetti in paraffina su cui il numero «1» è stato trasformato a penna in un «7» non sono compatibili col profilo genetico di Mario Biondo.
«Una conclusione che ci ha lasciato assolutamente di stucco – rivela l’avvocata -, non accade tutti i giorni che i Ris scrivano che i profili genetici non sono compatibili con la vittima del reato su cui si indaga. Quindi adesso staremo a vedere, siamo all’alba. Tra l’altro, questo aspetto non è stato minimamente menzionato nella richiesta di archiviazione che è stata formulata. La Procura non ha fatto alcun cenno al fatto che il rapporto avesse dato questo risultato. Non entriamo nel merito delle valutazioni dei magistrati che, in seguito, hanno inoltrato la richiesta di archiviazione. Fatto sta che i signori Biondo già il 21 gennaio del 2019 avevano formalizzato una denuncia-vertenza proprio sulla questione dei reperti, denuncia che non ha avuto alcun esito, salvo appunto il responso dei Ris che attesta che effettivamente c’è un’incompatibilità tra i profili genetici e che anzi richiedevano un ulteriore approfondimento con una comparazione con i profili genetici dei Biondo, che però non c’è stata».
Intanto, a febbraio la famiglia ha presentato a Palermo l’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura, si attende che il gip fissi un’udienza per discuterne e per entrare nel merito di tutta questa vicenda. Mentre, a Caltanissetta, tribunale scelto per competenza territoriale, «si è dato inizio a questo nuovo iter, anche da lì attendiamo ulteriori risvolti», conclude la legale. «Siamo sereni – commenta infine la madre di Mario, Santina Biondo -, questa denuncia andrebbe a invalidare l’esito dell’autopsia».