Volti di donne contro la violenza. Thamaia: «Sguardi forti e coraggiosi per cambiare la narrazione delle vittime»

Sono volti di donne che si possono incontrare per strada o sui mezzi pubblici. Una giovane, un’anziana, una straniera, una truccata di tutto punto, una acqua e sapone. «Donne diverse che hanno in comune sguardi forti, coraggiosi e pieni di speranza». È così che Anna Agosta, la presidente del centro antiviolenza Thamaia di Catania, presenta a MeridioNews la campagna mediatica di sensibilizzazione e informazione La Rete ti sostiene. Un’iniziativa che, tramite il progetto FutuRAE finanziato dal dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, ha disseminato nel capoluogo etneo – per le strade, nelle piazze, alle fermate degli autobus e nelle stazioni della metropolitana – enormi fotografie di donne accompagnate dal claim La Rete ti sostiene. «Per noi – sottolinea Agosta – è anche un modo per cambiare la narrazione che, purtroppo ancora troppo spesso, viene fatta delle donne vittime di violenza». Ritratte con un occhio nero, le mani davanti al volto, la bocca tappata o rannicchiate in un cantuccio. «È vero che sono donne indebolite dalla violenza, ma – afferma la presidente di Thamaia – hanno dentro la forza per venirne fuori, se adeguatamente sostenute».

Ed è proprio questo il sostegno che arriva dalla Rete antiviolenza della città metropolitana di Catania. Una realtà, nata nel 2008 e coordinata dall’associazione Thamaia, di cui fanno parte le maggiori istituzioni governative, amministrative, giudiziarie e sanitarie del territorio etneo. «Con questi cartelloni ben visibili in giro per la città – dice la presidente al nostro giornale – vogliamo dire o ricordare alle donne che esiste un centro antiviolenza e una Rete antiviolenza territoriale pronti a un’accoglienza integrata e specializzata. Negli anni ci siamo resi sempre più conto – aggiunge Agosta, che è anche consigliera del direttivo nazionale di Donne in rete contro la violenza (Dire) – che sono necessarie delle risposte univoche da parte delle diverse realtà per evitare che le donne si sentano giudicate o rischino di essere addirittura rivittimizzate». Incrociare quei volti di donne per strada può essere da sprone per altre donne che hanno bisogno di aiuto per liberarsi dalla violenza maschile che subiscono.

Partner del progetto sono l’azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro e l’Università di Catania. «Lo scopo – continua la presidente di Thamaia – è potenziare la Rete per garantire un’accoglienza sempre più integrata volta all’empowerment di donne che subiscono violenza». E che, tramite la consapevolezza di non essere sole, possano intraprendere un percorso di fuoriuscita dal contesto di violenza. «Spesso il primo ostacolo è non sapere a chi rivolgersi», fa presente Agosta. Ci sono donne, infatti, che non conoscono i servizi disponibili in città o che non si sentono pronte a chiedere aiuto. «Per contrastare questo isolamento pieno di paure dovute alle condizioni di violenza – aggiunge la presidente – tutte devono sapere che esiste uno spazio di ascolto in cui il principio della relazione tra donne è fondamentale – precisa Agosta – Al centro antiviolenza Thamaia, ci sono operatrici formate e specializzate che ascoltano senza giudicare, credono e sostengono senza indugi in un percorso personalizzato che rispetta i tempi e i desideri di ogni donna». Anche in assoluta riservatezza e anonimato, perché le donne che non sono ancora pronte a metterci la faccia.


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