Non arrivano notizie ufficiali alle mamme del Comitato della Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina che scalpitano per sapere quale sarà la sorte della struttura, dato che il termine per la chiusura, fissato al 31 luglio, si avvicina. Lo hanno scritto chiaramente il ministero della Salute e quello dell’Economia nell’accordo con la Regione Siciliana per l’approvazione del […]
Cardiochirurgia pediatrica di Taormina verso la chiusura definitiva. Ministero: «Basta proroghe». Famiglie: «Che fine faremo?»
Non arrivano notizie ufficiali alle mamme del Comitato della Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina che scalpitano per sapere quale sarà la sorte della struttura, dato che il termine per la chiusura, fissato al 31 luglio, si avvicina. Lo hanno scritto chiaramente il ministero della Salute e quello dell’Economia nell’accordo con la Regione Siciliana per l’approvazione del piano di rientro dal disavanzo firmato a fine luglio 2024: «La proroga per la prosecuzione delle attività del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina non è rinnovabile né derogabile. Questa è l’ultima».
Alle famiglie, però, il presidente della Regione, Renato Schifani, l’assessora alla Salute regionale, prima Giovanna Volo e adesso Daniela Faraoni, e il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, non hanno dato ancora risposte definitive. Diverse PEC sono state inviate dal Comitato del CCPM di Taormina alle cariche istituzionali citate che non hanno ancora risposto. «Credo che questa situazione vada risolta al più presto e senza giri di parole – dichiara a MeridioNews Maria Concetta del Comitato CCPM Taormina – Che i politici si prendano la responsabilità di dire se non si può fare e per quale motivo, perché nessun genitore si accontenta di avere il reparto spostato a Messina o Catania, ma depotenziato. A Palermo personalmente non voglio andarci perché non c’è il cardiochirurgo h24 e non mi sento sicura».
Tutto è nato quando è stato aperto il reparto di Cardiochirurgia Pediatrica di Palermo, con un bando vinto dal San Donato Milanese di cui dal 2019 è presidente l’ex ministro Angelino Alfano. A questo punto si pone il problema della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, un fiore all’occhiello della sanità siciliana, gestita con eccellenti risultati dal Bambin Gesù di Roma, perché secondo la normativa nazionale è possibile avere soltanto una cardiochirurgia pediatrica ogni 5 milioni di abitanti, per cui in Sicilia è possibile averne soltanto una. La precedente assessora regionale, Giovanna Volo, e Cateno De Luca, hanno provato a mettere in atto alcuni escamotage per mantenere entrambi i reparti, caduti purtroppo nel vuoto per dei motivi ben precisi. Il primo tentativo è stato quello di richiedere una deroga al ministero come il Veneto, che ha due Cardiochirurgie pediatriche e una popolazione numericamente simile alla nostra.
Sono però i conti tra le due regioni ad essere profondamente diversi perché il Veneto, in quanto regione economicamente virtuosa, può muoversi in autonomia. La Sicilia, invece, è in debito e segue un piano di rientro, per cui il Ministero deve dare il suo parare che in questo caso è stato negativo, tanto che ha suggerito nel documento anche una possibile soluzione, cioè di adattare la Cardiochirurgia per adulti del Papardo di Messina o del Policlinico Rodolico di Catania per uso pediatrico. Ciò per non lasciare scoperta l’utenza della zona Orientale che è il 52 per cento di quella totale. Per non parlare delle famiglie calabresi che non hanno una Cardiochirurgia Pediatrica e il posto più vicino per loro è sempre stato proprio Taormina. Le alternative? Roma o Bologna.
In questo senso si inserisce il secondo tentativo dell’ex assessora Volo e del sindaco De Luca, che hanno contattato la Regione Calabria per chiedere di costituire un unico bacino e consentire così di mantenere anche il reparto di Taormina, ma il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, non ha voluto perché ha dichiarato che ne avrebbero fatta una loro in Calabria. Eppure il suo mandato è quasi in scadenza e nessun progetto in merito è stato presentato.
«Noi vorremmo delle risposte per mantenere aperto il centro di Taormina – dice mamma Federica della provincia di Reggio Calabria – Spero che si mettano tutti una mano sulla coscienza e pensino alle tante famiglie che sarebbero in serissima difficoltà, oltre che economica, anche organizzativa e psicologica. Ormai noi ci fidiamo di questa équipe, per cui non vorremmo essere staccati da questo ambiente così familiare e andare da un’altra parte. Oltre ai costi perché andare a Roma per diversi giorni o settimane che rappresentano un peso economico non indifferente per le famiglie. Inoltre io ho un’altra bambina di sei anni, che non può venire continuamente con me, né essere lasciata sempre dai nonni. Già psicologicamente siamo provati dalle malattie dei nostri bimbi, non vorremmo altri problemi».
Infine, il mese scorso è arrivato il finanziamento di 170 milioni di euro da parte del governo nazionale per la costruzione del Polo Pediatrico di Palermo, in cui è previsto pure il reparto di Cardiochirurgia pediatrica. A questo punto viene spontaneo chiedersi perché, dunque, chiudere il reparto di Taormina che funziona perfettamente da anni, per lasciarne uno al Civico di Palermo che dovrà essere chiuso non appena sarà operativo il nuovo polo pediatrico? É proprio quello che si chiedono le famiglie coinvolte: «Mio figlio è nato a Taormina perché ha una patologia congenita e lo sapevamo già da prima della nascita – racconta Sabrina, sempre del Comitato CCPM -. Noi siamo in famiglia, loro sanno tutto di mio figlio e nonostante io sia di Trapani continuo ad andare a Taormina perché mi sono sempre trovata bene. Inoltre, loro si appoggiano anche all’Azienda sanitaria provinciale di Trapani per i controlli, quindi ho anche questa possibilità. Vorremmo sapere chiaramente dalle istituzioni cosa succederà».