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Carceri in Sicilia, associazione Coscioni: «Quadro complesso e a tratti allarmante»

«La situazione delle strutture penitenziarie in Sicilia presenta un quadro complesso e, in diversi casi, allarmante». A dirlo è l’associazione Luca Coscioni, rendendo pubbliche le relazioni redatte dalle Aziende sanitarie locali in merito alle visite effettuate negli istituti penitenziari italiani. I documenti, ottenuti grazie a un accesso civico avviato lo scorso dicembre, spiega l’associazione, costituiscono «un primo passo per fare luce sulle condizioni, spesso opache, delle carceri italiane». Per quanto riguarda la Sicilia dall’analisi delle risposte fornite dalle Asp nell’ambito delle richieste di accesso agli atti, emergono «dati parziali, assenza di documentazione e condizioni igienico-sanitarie spesso insufficienti o appena accettabili».

L’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, sottolinea l’associazione Luca Coscioni, ha comunicato, il 24 dicembre scorso, che «la richiesta di accesso è stata inoltrata al dipartimento Cure primarie dell’Azienda, senza fornire ulteriori dettagli». L’Asp 3 di Catania, invece, «ha rigettato formalmente l’istanza, citando l’art. 5, comma 5 del decreto legislativo 33/2013, secondo cui la diffusione dei documenti potrebbe compromettere la sicurezza pubblica. È stata presentata istanza di riesame, attualmente in attesa di riscontro. Si evidenzia, inoltre, l’assenza di linee guida interne per l’esecuzione delle visite ispettive», spiega l’associazione. Per quanto riguarda Caltanissetta emergono condizioni di sovraffollamento e carenze strutturali. «L’unica relazione ricevuta dall’Asp 2 di Caltanissetta – dice l’associazione Luca Coscioni – riguarda la casa circondariale del capoluogo, dove si segnala un sovraffollamento (221 detenuti per 183 posti disponibili), l’assenza di contenitori isotermici per i pasti e la necessità di risanamento dell’intonaco in alcune aree. I controlli sull’acqua sono risultati conformi. Il giudizio complessivo è sufficiente».

Visite regolari e criticità contenute a Enna, dove l’Asp 4 ha fornito riscontri relativi agli istituti di Enna e Piazza Armerina, visitati nel 2020, 2022 e 2024. «Le condizioni risultano complessivamente buone, con l’unica osservazione di muffa localizzata nel tetto delle cucine della casa circondariale di Enna», sottolinea l’associazione. A Palermo, invece, condizioni di necessità di interventi. L’Asp 6 segue gli istituti Ucciardone, Pagliarelli e Termini Imerese. All’Ucciardone sono state riscontrate discontinuità nella pavimentazione della cucina, umidità alle pareti e usura in varie sezioni detentive, con bisogno di interventi nelle aree comuni. Al Pagliarelli, le ispezioni del 2022-2023 descrivono una struttura con condizioni appena accettabili: umidità diffusa, problemi nell’erogazione dell’acqua calda, climatizzazione non funzionante e preparazione dei pasti ancora localizzata nella sezione Laghi. La casa circondariale di Termini Imerese mostra condizioni «accettabili, ma non prive di problematiche».

Nel carcere di Ragusa, la situazione igienico-sanitaria è nel complesso positiva, seppur con segnalazioni di screpolature e umidità nei soffitti di celle e bagni. Preoccupano l’accumulo di masserizie inutilizzate nei cortili interni e la gestione dei rifiuti speciali provenienti dall’infermeria. A Trapani, invece, «criticità sistemiche e sollecitazioni ignorate». Nel carcere di Favignana si registrano intonaci scrostati, umidità diffusa, impianti malfunzionanti e celle inagibili. «Le precedenti segnalazioni non hanno prodotto alcun riscontro pratico da parte dell’amministrazione», dice l’associazione Luca Coscioni. Analoghe le condizioni nel carcere di Trapani, dove oltre a carenze strutturali e igieniche, si segnala una sezione priva di riscaldamento, servizi igienici con aerazione insufficiente e ambienti non ispezionabili a causa di proteste dei detenuti. La casa circondariale di Castelvetrano risulta invece in condizioni generalmente buone.


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