Il ritorno a pasta e carne, sommato al taglio del trasporto in bus per Mineo e all'assistenza sanitaria in loco, ha scatenato le proteste di un gruppo di richiedenti asilo. Che oggi si sono rifiutati di pranzare e hanno manifestato nel Centro. Guarda il video
Cara Mineo, tensioni dopo il taglio dei servizi Oggi ultima scintilla: cambio menu alla mensa
Non solo lo stop all’assistenza medica all’interno del Cara e la fine del servizio di trasporto verso Mineo. Oggi all’interno del centro d’accoglienza per richiedenti asilo è cambiato anche il menu della mensa: 80 grammi di pasta e polpette di carne di vitello. Un mix che ha scatenato la protesta dei migranti. Gli ospiti stanno assistendo a una rivoluzione all’interno della struttura, con un consistente taglio dei servizi rispetto alla precedente gestione.
Si sono vissuti momenti di tensione stamattina. I richiedenti asilo non hanno mangiato a pranzo e, nella calca della protesta, il cancello d’ingresso del campo ha subìto dei danni. «La Cascina (che gestisce il servizio mensa avendo vinto il secondo lotto del nuovo bando ndr) – spiega un testimone di quanto avvenuto oggi – ha deciso dall’oggi al domani di tornare alla dieta mediterranea». Mentre in passato era stato trovato un accordo su pasti a seguito di un confronto con i rappresentanti dei migranti.
Il nuovo appalto, entrato in vigore giorno 1 ottobre, è stato disegnato per 2400 persone, anziché per 4mila. Questo ha già comportato una riduzione dei lavoratori impiegati all’interno del Cara, da 350 fino ai circa 190 di oggi, 41 dei quali si occupano della preparazione dei pasti. E sullo sfondo resta il rischio concreto di chiusura definitiva del Cara.