«Stiamo lavorando al contrasto della vendita di arance rubate», risponde il comandante della municipale alla domanda sui servizi straordinari contro il commercio di materiale pirotecnico abusivo. Il ministero dell'Interno chiede ai sindaci di «sensibilizzare»
Capodanno, anche quest’anno l’ordinanza anti-botti Ma zero sequestri di fuochi illegali dai vigili urbani
La classica ordinanza anti-botti sarà firmata anche quest’anno. All’ultimo minuto, il divieto di fare esplodere fuochi d’artificio sarà siglato dall’amministrazione comunale e si somma all’obbligo di non portare spray urticanti nelle zone di piazza Duomo e piazza Università stasera e domani, e al divieto di vendita di alcolici in contenitori diversi dai bicchieri monouso. E se queste ultime due misure servono a garantire che il doppio concerto di fine anno fili liscio, l’ordinanza contro l’esplosione di materiale pirotecnico è più un atto dovuto che la concreta speranza che il cielo di Catania non si illumini di fuochi artigianali, in molti casi abusivi e non sicuri. «Si tratta di una pratica ancora molto diffusa sul territorio – si legge in una circolare del ministero dell’Interno datata 22 dicembre – Tale forma di divertimento continua a svolgersi, troppo spesso, con modalità non appropriate, senza l’osservanza delle necessarie cautele e delle precauzioni indicate sulle confezioni dei prodotti o suggerite dagli stessi commercianti».
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, l’1 gennaio. Nel 2013 il capoluogo etneo ha contato 13 feriti, nel 2015 sette, nel 2016 sono stati otto, compresi un ragazzo di 16 anni che ha perso una mano e un cittadino egiziano ferito durante il concerto di Capodanno, proprio in piazza Duomo. L’anno successivo l’unico ferito è stato un giovanissimo colpito alla testa dai pallini sparati da un’arma usata per festeggiare, nella zona di via Plebiscito. Mentre per il Capodanno 2018 si era registrata una lieve recrudescenza del fenomeno: a rimanere coinvolti in scoppi impropri erano stati quattro uomini, ma non solo nella città dell’elefante.
«Oltre ai gravi danni fisici derivanti da un uso improprio, è nelle caratteristiche del prodotto che l’accensione dei fuochi determina disturbo alla quiete e alla tranquillità dei cittadini – prosegue la circolare del Viminale – Sono a tutti note, peraltro, le alterazioni che tali prodotti producono sul comportamento degli animali, non solo quelli domestici, con possibili riflessi sul loro stato di salute». Il consiglio del ministero dell’Interno non riguarda però le ordinanze, bensì la sensibilizzazione che dovrebbero attuare i sindaci «attraverso i più efficaci mezzi di comunicazione». Secondo quanto si apprende, questa mattina il primo cittadino Salvo Pogliese dovrebbe affidare il suo messaggio ai catanesi a Facebook, invitando alla prudenza.
Non sarebbero previsti, però, interventi straordinari della polizia municipale per il contrasto alla vendita di fuochi abusivi sulle bancarelle ai bordi delle strade. «Non abbiamo ancora effettuato sequestri in questo senso», spiega a MeridioNews il comandante Stefano Sorbino. Il motivo è piuttosto semplice: non si possono programmare azioni ad hoc in mancanza di un numero adeguato di personale. «Abbiamo ricevuto indicazioni dalla prefettura a proposito del contrasto alla vendita di arance rubate – continua Sorbino – Siamo impegnati a seguire le direttive delle autorità competenti». Ma che c’entra la vendita illegale di prodotti ortofrutticoli con il Capodanno? «C’entra che se non ho uomini a sufficienza non posso fare tutto». A intervenire nel contrasto alla cessione di materiale pirotecnico fuori dalle regole è stato, però, il questore di Catania Alberto Francini: nei giorni scorsi, all’interno di un negozio di alimentari a San Giovanni Galermo, sono stati trovati e sequestrati 600 chili di fuochi illecitamente detenuti.