«La Sicilia è diventata la culla della guerriglia odonomastica» scrivono i Wu Ming su twitter, condividendo l'azione realizzata nel Palermitano e nel Trapanese. Al segretario dell'MSI restano intitolate strade a Carini, Mazara del Vallo, Castelvetrano e Chiusa Sclafani
Capaci, su via Almirante compare una scritta Per il suo ruolo ispiratore delle leggi razziali
Attacco di guerriglia odonomastica, questa volta contro la figura di Giorgio Almirante, a Capaci e Castellammare del Golfo, dove allo storico segretario dell’MSI (Movimento Sociale Italiano) sono dedicate rispettivamente una via e una piazza. Le modalità dell’azione richiamano direttamente gli interventi realizzati a Palermo per il progetto Viva Menilicchi! di Wu Ming 2 e del collettivo artistico Fare Ala: alle due targhe recanti il nome di Almirante sono state giustapposte delle scritte con informazioni che ricordano il suo ruolo nel MinCulPop della Repubblica di Salò e nella redazione della rivista La difesa della razza.
Anche in questo caso, come per gli interventi recentemente apparsi a Palermo in via Crispi, a Catania in via Bottego e in generale per tutti gli attacchi alla toponomastica realizzati in Sicilia sulla scia del progetto Viva Menilicchi, anziché imbrattare con scritte violente monumenti o targhe di strade e piazze intitolate a personaggi legati alla storia coloniale o al fascismo (come è recentemente avvenuto a Messina), vengono riportati fatti storici incontrovertibili che ricordano le biografie di personaggi discussi. Le vie dedicate ad Almirante nella Sicilia occidentale non sono poche: oltre a Capaci e Castellammare del Golfo ci sono poi Carini, Mazara del Vallo, Castelvetrano, Chiusa Sclafani.
Particolare poi soprattutto il caso di Castellammare, dove la piazza è stata dedicata ad Almirante nel 2013, in sordina e senza cerimonie: la proposta di intitolazione era stata presentata alla commissione toponomastica durante l’amministrazione guidata da Marzio Bresciani e a distanza di anni la piazza è stata poi intitolata. Nella città, inoltre, è ancora viva nella memoria cittadina l’accesa polemica partita dalla Bustina di Minerva dell’11 luglio 2014, storica rubrica di Umberto Eco sul settimanale L’espresso, dove il grande intellettuale da poco scomparso denunciava la presenza di un’altra discussa via di Castellammare del Golfo, dedicata a Telesio Interlandi, fascista, uomo di fiducia del duce, fondatore della stessa rivista La difesa della razza e preso ad esempio dai nazisti per la sua propaganda antisemita.
L’allora sindaco Nicola Coppola chiarì con una lettera a L’Espresso come non vi fosse nel suo comune nessuna via dedicata a Telesio e che l’Interlandi in questione fosse il principe Pompeo di Castelvetrano. La giustificazione, in realtà, non fugò tutti i dubbi. Fatto sta che il Comune, per dirimere la questione decise di aggiungere alla targa il nome proprio Pompeo. Ma se alcune perplessità permangono su via Interlandi, piazza Almirante non lascia spazio a interpretazioni di sorta e gli interventi sulle targhe riportano il nome del personaggio oggi più amato e rievocato da destre e neofascisti, visto come una sorta di padre nobile anche per i rapporti (sparuti ma testimoniati) con l’allora segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer.
Rapporti che avvennero nonostante Almirante non abbia mai rinnegato la difesa di quella pagina vergognosa della storia italiana che furono le leggi razziali. Le scritte odierne, dunque, tentano di riaprire il dibattito sulle intitolazioni, mai asettiche, che i Comuni effettuano. «La Sicilia è diventata la culla della guerriglia odonomastica» scrive il collettivo di scrittori Wu Ming sul proprio account twitter.